domenica 12 gennaio 2014

BENVENUTI AL BUCO DI MEMORIA

DI PETER VAN BUREN
tomdispatch.com

E se un giorno si facesse scomparire Edward Snowden? No, non intendo la solita azione della CIA o la solita teoria di cospirazione del tipo “chi-ha-ucciso-Edward-Snowden”, parlo di qualcosa di molto più sinistro.

E se tutto quello che ha detto finora una talpa fosse fatto semplicemente scomparire? E se tutti i documenti della National Security Agency (NSA) che Snowden ha rivelato, se tutte le sue interviste, se ogni traccia documentale delle irregolarità della sicurezza nazionale fossero tutti fatti scomparire in tempo reale? E se l’aver postato tali rivelazioni fosse reso inutile, invalido e privo di riscontri?

Sto forse suggerendo la trama a un novello George Orwell del 21° secolo? E’ difficile. Mentre entriamo in un mondo totalmente digitalizzato, cose del genere potrebbero essere presto possibili, e non nella fantascienza, ma nel mondo reale e premendo soltanto un tasto. Infatti, si stanno già sperimentando i primissimi prototipi di nuove modalità di “sparizioni”. Siamo sempre più vicini ad una realtà scioccante e distopica che in passato sarebbe stata ottimo materiale per racconti di fantascienza. Benvenuti ai buchi di memoria.

Anche se governi del futuro oltrepassassero una delle ultime linee rosse rimaste nel nostro mondo e semplicemente uccidessero tutte le talpe non appena venissero fuori,  ne emergerebbero comunque sempre delle altre. Eppure, nel 1948, nel suo inquietante racconto 1984, Orwell suggeriva una soluzione ancora più diabolica al problema.  Aveva immaginato per il mondo del Grande Fratello un congegno tecnologico che aveva chiamato “il buco di memoria” . Nel suo oscuro futuro, eserciti di burocrati, che lavoravano in quello che sarcasticamente Orwell chiamava il Ministero della Verità, passavano la loro esistenza a cancellare o alterare documenti, giornali, libri e simili  allo scopo di creare una versione accettabile della storia. Quando una persona usciva dal cerchio della fiducia, il Ministero della Verità spediva lui e tutta la documentazione a lui collegata giù nel Buco di Memoria. Ogni storia o informazioni che anche lontanamente facessero menzione della sua esistenza sarebbero stati completamente sradicati ed eliminati.

Nel mondo pre-digitale di Orwell, il Buco di Memoria era un tubo pneumatico in cui scomparivano per sempre tutti i vecchi documenti.  Alterando poi i documenti esistenti si garantiva che, pur nell’eventualità di un improvviso cambio di alleanze mondiali, non ci sarebbe stato alcun problema per i guardiani del Grande Fratello. Nel mondo che aveva immaginato,  grazie a queste schiere di burocrati, il presente era quello che era sempre stato – e c’erano quei documenti alterati che lo dimostravano e nessuno poteva dire niente al riguardo, sarebbe comunque stato considerato puro vaneggiamento o ricoroi errato.  E chiunque sollevasse dei dubbi sulla verità del mondo presente, sarebbe stato emarginato o eliminato all’insegna del “crimine di pensiero”.

LA CENSURA DIGITALE DEI GOVERNI E DELLE GRANDI IMPRESE

Ogni giorno di più tutti acquistiamo o otteniamo notizie, libri, musica, televisione, film e comunicazione in genere, in forma elettronica.  In questo momento, gli introiti pubblcitari di Google superano quelli di tutti gli altri media statunitensi messi insieme.  Persino il venerabile Newsweek ha interrotto la sua edizione cartacea.  E in questo mondo digitalizzato, si stanno esplorando alcuni tipi di “semplificazioni”. I Cinesi, gli Iraniani ed altri, ad esempio, stanno mettendo a punto delle strategie di “filtraggio” del web per bloccare l’accesso a siti e materiale online disapprovati dai loro governi.  Similarmente, il Governo USA (pur senza grande successo) impedisce ai suoi impiegati di visualizzare Wikileaks e il materiale pubblicato da Edward Snowden (e anche siti come TomDispatch) con i computer aziendali – ovviamente non quelli di casa. Per ora.

Tuttavia, la Gran Bretagna farà presto un passo importante nel decidere cosa un cittadino privato ha diritto di vedere o non vedere in rete persino da casa sua.  Prima della fine dell’anno, quasi tutti gli utilizzatori di Internet del paese verranno “inglobati” in un sistema progettato per filtrare  la pornografia.  Di conseguenza, i controlli potranno anche bloccare “materiale violento”, “contenuti estremisti o terroristici”, “siti dedicati all’anoressia e altri disturbi dell’alimentazione” e siti “che trattano di suicidio”.  Inoltre, le nuove impostazioni censureranno anche siti che parlano di alcol e di fumo.  Il filtro si applicherà anche a “materiale esoterico”, anche se un gruppo britannico impegnato nella tutela dei diritti sostiene che il governo deve ancora chiarire cosa comprende questa categoria.

E alcune forme di censura del web sponsorizzate dal governo sono già state privatizzate.  Nuovi prodotti commerciali disponibili già consentono che un’organizzazione non abbia bisogno di essere la NSA per bloccare un contenuto. Ad esempio, la società di sicurezza informatica Blue Coat è leader nazionale nel campo e già grande esportatore di questa tecnologia.  Può facilmente mettere a punto un sistema per monitorare e filtrare l’intero Internet, bloccando siti sulla base dei loro indirizzi, parole chiave e persino contenuti delle pagine. Tra gli altri, il software della Blue Coat viene utilizzato dall’Esercito Statunitense per controllare cosa guardano sul web i suoi soldati mentre sono in missione all’estero, e anche dai governi repressivi di Siria, Arabia Saudita e Birmania per bloccare ideologie politiche esterne.

CERCA SU GOOGLE…


In un certo senso, le ricerca su Google fa già “scomparire” del materiale.  In questo momento Google fa la parte del “buono” rispetto alle talpe.  Una rapida ricerca su Google (0.22 secondi) produce più di 48 milioni di risultati su Edward Snowden, la maggior parte dei quali relativi ai documenti della NSA. Alcuni dei siti mostrano i documenti veri e propri, ancora etichettati come “Top Secret”.  Meno di sei mesi fa, bisognava appartenere a un ristrettissimo giro governativo o avere un accesso contrattuale per vedere quei documenti. Ora sono disponibili a tutti.

Google – e poichè Google è il primo motore di ricerca dell’intero pianeta, lo userò qui come simbolo di tutti i motori di ricerca, anche di quelli che devono ancora essere creati – in questo è sorprendente e appare come una gigantesca macchina per la diffusione – e non per la soppressione -  di notizie. Metti qualsiasi cosa sul web ed è molto probabile che Google la trovi rapidamente e la aggiunga ai risultati di ricerca di tutto il mondo, a volte nel giro di pochi secondi.  Tuttavia, poiché la maggior parte della gente non va oltre le prime pagine di risultati,  il fatto di “sparire” ha già un certo significato online.  Non è più sufficiente essere notati da Google.  Quello che più conta ora è riuscire a piazzare un tuo post in alto nella classifica dei risultati di ricerca di Google.  Se un tuo post riguardante Edward Snowden è al numero 47,999,999, è come se fossi morto, o scomparso.  Pensate a questo come punto di partenza per delle più significative forme di “sparizioni” che probabilmente vivremo nel futuro.

Nascondere qualcosa agli utilizzatori della rete riprogrammando i motori di ricerca sarà la prossima mossa oscura. Un’altra sarà quella di cancellare i contenuti, un processo tanto semplice quanto quello di trasformare i codici informatici dietro i processi di ricerca in qualcosa di predatorio. E se Google si rifiutasse di attuare il passaggio alle “ricerche negative”, la NSA, che sembra già aver messo le mani su “inside Google”, potrà installare la sua propria versione di codici maligni, come ha già fatto in non meno di 50,000 casi.

Ma lasciamo da parte il futuro:  ecco qui dimostrato come una strategia di ricerche negative sia già all’opera, anche se oggi il suo argomento centrale – la pedofilia – è abbastanza facile da accettare. Google ha recentemente introdotto un software che rende più difficile per i pedofili individuare materiale relative all’abuso di minori.  Come dice il capo azienda Eric Schmidt, Google Search è stato “risintonizzato” in modo da ripulire i risultati da più di 100.000 termini normalmente usati dai pedofili per cercare pornografia minorile.  Ora, ad esempio, quando un utilizzatore digita nello spazio di ricerca termini legati all’abuso sessuale dei minori, non troverà risultati collegati a contenuti illegali. Google invece li reindirizzerà verso siti di sostegno e consulenza psicologica. “Tra breve riusciremo a realizzare questi cambiamenti in più di 150 lingue, quindi l’impatto sarà a quel punto davvero globale” ha scritto Schmidt.

Mentre Google reindirizza le ricerche pornografiche verso siti di sostegno psicologico, la NSA ha sviluppato un sistema similare.  L’Agenzia ha già il controllo di una serie di server denominati in codice Quantum che sono ben radicati nell’impalcatura centrale di Internet.  Il loro compito è quello di reindirizzare degli “obiettivi” allontanandoli dai risultati attesi e conducendoli verso siti stabiliti dalla stessa NSA. L’idea è questa: tu digiti un indirizzo che vuoi e finisci da qualche altra parte che l’Agenzia reputa più conveniente. Mentre oggi  questa tecnologia sembra intesa a condurre dei potenziali estremisti della Jihad verso materiale islamico più moderato, nel futuro potrebbe, ad esempio, avere lo scopo di reindirizzare quelli che cercano notizie verso siti simili ad Al-Jazeera ma dal contenuto alterato, più consono alla versione dei fatti che il governo vuole dare.

...E DISTRUGGI

Tuttavia,  le tecnologie di blocco e di reindirizzamento, destinate a diventare sempre più sofisticate, saranno solo la minima parte di quello che ci attende in futuro. Google si sta già evolvendo al servizio di una causa che tutti sicuramente applaudiranno. Sta infatti sviluppando una tecnologia di rilevamento fotografico per identificare fotografie di abuso sessuale di minori non appena queste appaiono in rete, e anche tecnologie di rilevamento mirate alla rimozione di video illegali.  Le azioni di Google contro la pornografia minorile possono avere certamente le migliori tra le intenzioni, ma la tecnologia sviluppata al servizio di tali azioni anti-pedofilia dovrebbe però anche farci rabbrividire. Immaginate se, nel 1971, i Documenti del Pentagono,  quelle prime prove che ebbero gli Americani sulle bugie dietro la Guerra del Vietnam, fossero stati cancellabili.  Chi potrebbe mai credere che la Casa Bianca di Nixon non li avrebbe fatti sparire e che la storia del mondo non avesse preso un corso molto più tragico?

Oppure considerate un esempio che è già davanti ai nostri occhi. Nel 2009, molti possessori di Kindle hanno scoperto che la Amazon era entrata durante le notte nei loro dispositivi e aveva cancellato da remoto copie di Animal Farm e di 1984 di Orwell (ironia a parte).  La società ha poi spiegato che i libri, “pubblicati” per sbaglio sui loro server, in realtà erano delle copie illegali dei racconti. Allo stesso modo, nel 2012, la Amazon ha cancellato i contenuti di un possessore di Kindle senza alcun preavviso, dando come spiegazione che “l’account dell’utente era direttamente collegato ad un altro che era stato disattivato per aver contravvenuto alle politiche di Amazon”.  Utilizzando la stessa tecnologia, Amazon ha la facoltà di sostituire i libri sui dispositivi dei clienti con “versioni aggiornate degli stessi” , dai contenuti quindi alterati.   Se l’utente ne riceve notifica o meno, dipende tutto da Amazon.

A parte il Kindle, il controllo da remoto dei dispositivi privati è già una realtà.  Quasi tutto il software di un computer privato comunica in sottofondo con i propri server centrali, ed è quindi disponbile per aggiornamenti che possono alterare i contenuti.  La NSA utilizza i malware – software maligni installati nei computer da remoto – per cambiare il modo in cui la macchina lavora.  Il codice Stuxnet,che pare abbia danneggiato 1,000 centrifughe che gli Iraniani stavano usando per arricchire l’uranio, è un esempio di come operano questo tipo di cose.

Oggi, tutti gli iPhone comunicano alla “base” che tipo di app è stata scaricata o acquistata; in una liberatoria appena leggibile che viene fatta cliccare di routine, la Apple si riserva il diritto di far “scomparire qualsiasi app per qualche suo motivo. Nel 2004, la TiVo ha denunciato la Dish Network  per aver dato ai clienti dei componenti in conflitto con i brevetti del software TiVo. Anche se il caso si è concluso con un ingente rimborso, come primo rimedio, il giudice ha poi ordinato alla Dish di disattivare elettronicamente i 192,000 dispositivi che aveva già installato nelle case private. In futuro, ci saranno sempre più modi per invadere e controllare i computer, alterare o far sparire quello che stiamo leggendo o farci ritrovare su siti che non stavamo cercando.

Le rivelazioni di Snowden su cosa fa la NSA per raccogliere informazioni e controllare le tecnologie,  che hanno martellato il mondo da giugno scorso, sono solo una parte dell’equazione.  Ora resta da vedere cosa farà in futuro il governo per incrementare la sorveglianza e il controllo dei propri poteri .  Se immaginiamo degli strumenti per nascondere, alterare o cancellare i contenuti dei siti, e campagne per screditare o dissuadere le future talpe, ecco che diventa più chiaro il potere già disponibile sia ai governi sia ai grandi gruppi.

La capacità di passare dall’alterazione dei contenuti all’alterazione del modo come agiscono le persone è ovviamente già sull’Agenda dei governi e dei grandi gruppi.  La NSA ha già raccolto dati ricattatori  sulle abitudini pornografiche su internet di “radicali” musulmani.   La NSA ha tentato di intercettare un membro del Congresso senza mandato ufficiale. La capacità di raccogliere informazioni dai giudici Federali, membri del governo e candidati presidenziali fa sembrare i piani ricattatori di J. Edgar Hoover degli anni ’50 ingenui come i calzini bianchi e le gonne che facevano la ruota tipici di quegli anni..  Le meraviglie dell’internet ci lasciano a bocca aperta. Le sue possibilità Orwelliane e distopiche, invece, finora non hanno ancora attirato allo stesso modo la nostra attenzione. E invece dovrebbero.

LEGGI, PRIMA CHE VENGA DISTRUTTO


Il futuro delle talpe appare piuttosto fosco. Fra non molto, quando praticamente tutto diventerà digitale, quando la gran parte del traffico internet passerà attraverso gli Stati Uniti e i suoi alleati, o attraverso un’infrastruttura di società americane all’estero, quando i motori di ricerca troveranno tutto in meno di una frazione di secondo, quando il Patriot Act e gli accordi segreti della Foreign Intelligence Surveillance Court renderanno Google e gli altri giganti informatici degli  strumenti  di sicurezza nazionale (sempre che la NSA non arrivi ad assumere direttamente il controllo del business delle ricerche su internet), e quando una sofisticata tecnologia può sia bloccare, alterare o cancellare del materiale digitale premendo un semplice tasto, allora potremo dire che il Buco di Memoria non è più fantascienza.

Le rivelazioni delle talpe saranno inutili tanto quanto i vecchi libri polverosi chiusi in una soffitta, se nessuno ne viene informato. Andate avanti, pubblicate quello che volete. Il Primo Emendamento ve lo consente. Ma a che serve se nessuno sarà in grado di leggerlo? A quel punto, ti sarebbe più utile stare all’angolo delle strade e urlare alla gente che passa. In un futuro facile da immaginare, tutte le rivelazioni come di Edward Snowden sarebbero immediatamente bloccate ed eliminate più rapidamente di quanto uno riesca a pubblicarle e ri-pubblicarle.

La tecnologia delle ricerche su internet in tale continua evoluzione, completamente capovolta, sarà in grado di far scomparire le cose in modo sorprendente. Internet è uno spazio enorme, ma non infinito. E’ sempre più centralizzato e concentrato nelle mani di sempre meno governi, con gli Stati Uniti che già oggi occupano le corsie preferenziali dell’impalcatura di Internet.

A questo punto un brivido già dovrebbe corrervi lungo la schiena. Siamo testimoni in tempo reale di come 1984, da semplice racconto futuristico fantascientifico, si trasforma in un manuale di istruzioni. Non ci sarà bisogno di sopprimere alcun futuro Edward Snowden.  Poichè sarà già “morto”.

Peter Van Buren è stato una talpa del Dipartimento di Stato statunitense sugli sprechi e la cattiva gestione durante la ricostruzione in Iraq, con il suo primo libro:  Le nostre intenzioni erano buone: come ho contribuito alla disfatta dei cuori e delle menti del popolo iracheno.  Scrive regolarmente su argomenti di attualità per TomDispatch in questo blog:  Le nostre intenzioni erano buone”.Il suo prossimo libro I Fantasmi di Tom Joad: storia del #99Percento, sarà pubblicato in Aprile 2014.

Fonte: www.tomdispatch.com
Link: http://www.tomdispatch.com/blog/175779/
3.12.2013

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