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venerdì 7 febbraio 2014

Adam Kadmon, la sentinella della disinformazione



                   Chi difende ad ogni costo i governi o è stolto o è governato.

Adam Kadmon, la "sentinella dell'informazione", sbuca dal nulla sul finire del 2008 e, un po' alla volta, sale i gradini dell'informazione, passando da alcune comparse su Radio 105, per approdare poi, prepotentemente, su Italia Uno, nella trasmissione "Mistero". Con il tempo la sua rilevanza nel format ha subìto una escalation, di pari passo con l'acquisizione della sua popolarità. Affrontando argomenti scomodi al sistema, il personaggio dal volto occultato, ha raccolto la fiducia e la stima dei telespettatori, tanto da indurre i produttori di "Mistero" a dargli sempre più spazio all'interno del programma.

Alla luce dei fatti occorsi, quanto ora descritto, non appare affatto dettato dal caso, ma da una fredda strategia che mira a deviare le opinioni delle masse, usando un "agente di controllo" che, dapprima raccoglie consensi, attraverso un meticoloso lavoro di social engineering e poi, una volta che lo si ritiene opportuno, sferra il suo attacco all'informazione (quella vera), fornendo proprio quelle notizie che sono utili al regime.

Nel tempo abbiamo smascherato un certo numero di agenti di controllo, conosciuti anche come "gatekeepers", per cui sappiamo riconoscere molto bene le strategie di certi individui, tant'è che già nel mese di giugno 2009 lanciammo l'allarme, indicando Adam Kadmon come un fantoccio al servizio del sistema. In questo articolo puntavamo, infatti, il dito su alcune incongruenze nell'operato di Adam... o meglio del suo entourage. Certo è che se un uomo vuol restare nell'anonimato, non può assolutamente permettersi di farsi attorniare da uno stuolo di collaboratori e ciò induceva comunque ad avere seri dubbi sullo scenario che si andava delineando intorno ad Adam Kadmon.

In effetti non avevamo torto, tanto che, di recente, Adam Kadmon si esibisce nella più volgare disinformazione, sempre all'interno del programma "Mistero", adottando proprio quelle "giustificazioni" che sono tipiche dei negazionisti istituzionalizzati. Nel suo servizio sulla geoingegneria il nostro... Hannibal Lecter, doppiato da un attore, snocciola colossali sciocchezze e folli ipotesi sulla geoingegneria clandestina, il tutto per difendere e scagionare i suoi padroni, gli apparati del governo, artefici di crimini contro l'umanità ed il pianeta. In questo video, rimosso peraltro (coscienza sporca?) da You-tube a seguito di richiesta formale dei responsabili Mediaset, sono smontate punto per punto le sue balzane e menzognere affermazioni.

Menti raffinate hanno studiato tutto sin dall'inizio. Si tratta di una vera è propria "Operazione cavallo di Troia". Prima invitano questo e quel ricercatore indipendente, poi addirittura il Generale Fabio Mini ed infine dichiarano al mondo la loro verità definitiva sulle scie chimiche: esse non esistono... abbiamo solo le allucinazioni e, se esistono, sono lì per il nostro bene. Adam Kadmon è il pupazzo di turno, ma bisogna vedere oltre e comprendere quale sia la sottile regia che si nasconde dietro questo programma di delegittimazione del lavoro sin qui svolto da chi davvero vuole la verità sulla guerra climatica in atto.

Cerchiamo dunque di indagare. Chi opera dietro le quinte? Il governo? I servizi segreti italiani? Quelli statunitensi? I meteorologi militari? Adam Kadmon è solo un altro burattino manovrato per parare il sedere ai veri responsabili del genocidio.

Intanto vediamo come Adam Kadmon si esprimeva sulle scie chimiche nel non lontanissimo 2009...

LINK

A chi ha fatto notare l'evidente schizofrenia tra i due contenuti, la redazione di Mistero, su Facebook risponde, adducendo le seguenti giustificazioni:

"Il vecchissimo video di Adam a cui tu fai riferimento (è del 2009), non solo ha una voce diversa, ma è stato mutilato in più parti. Infatti manca l'introduzione dei conduttori e la parte dove si spiegava che si trattava dell'esposizione di tutta la storia delle 'teorie' delle scie chimiche, cui sarebbero seguite le parti successive. La radio non le mandò più in onda. Ma il seguito si trova in Rete e la parte finale è quella che Adam ha trasmesso su Mistero il 6.3.2013, quando ha spiegato che i vari tipi di scia di cui ha parlato nei precedenti video (H.A.A.R.P., adattamento climatico etc.), pur potendo avere (secondo la teoria), effetti collaterali anche gravi, non sono progettate per uccidere anche perché, se così fosse, visto che sono 20 anni che sono li, a quest'ora saremmo già morti tutti. Invece la popolazione terrestre in 20 anni è aumentata moltissimo e l'età media si è allungata in ambo i sessi. Quindi Adam, per fortuna, ha ragione. Per questo motivo certe persone che invece "campano" letteralmente sul far credere ai loro lettori che le scie sono progettate per ucciderci tutte, si sono imbestialite. Adam ha dimostrato che avevano torto sull'assunto fondamentale su cui impostano tutta la loro campagna antiscie. La reazione che hanno avuto quei signori è quella di andare in giro ad inventarsi che c'erano contraddizioni fra le teorie di Adam, quando invece i medesimi sanno benissimo che non c'è nessuna contraddizione. Adam ha esposto dal 2009 ad oggi moltissime teorie sui vari tipi di scia che ci sono (H.A.A.R.P., adattamento climatico, droni mimetici che le accompagnano, sostanze che le compongono, funzioni psicotroniche etc.). Ma i video di Adam vanno visti nella loro interezza per essere capiti. Adam NON dice che le scie non facciano male, anzi sospetta che il presunto cover up governativo serva proprio a nascondere il fatto che abbiano effetti collaterali. La nuova teoria di Adam sulle scie, corregge la parte delle vecchie teorie altrui, solo nella parte in cui si pensavano che le scie fossero progettate per uccidere. Se vuoi riascoltarla: http://www.video.mediaset.it/video/mistero/puntate/377362/le-teorie-di-adam-kadmon.html (S.A.)"...

Evidentemente l'inalazione di nanoparticolato di metalli e polimeri, è un toccasana, per costoro....



Inoltre, sempre sulla pagina ufficiale di "Mistero" su Facebook, la redazione scrive:

"Chiediamo espressamente a tutti i blog, i siti, le pagine facebook, gli utenti e i forum e qualsiasi altro spazio web, abbia pubblicato notizie false sull'identità di Adam Kadmon, di rimuoverle IMMEDIATAMENTE e rettificare ai sensi di quanto previsto ai termini di legge. Invitando tutte le pagine e i blog di informazione alternativa, a NON diffamare mai il prossimo e verificare SEMPRE la fondatezza delle notizie che pubblicano (a maggior ragione quando le presentano come incontrovertibili "verità"), auguriamo a tutte quelle che hanno invece commesso il gravissimo errore di disinformare (pubblicando notizie non veritiere ai danni di Adam Kadmon e diffamando, lo ricordiamo, persone oltretutto innocenti), di poter riprendere, ammettendo i loro sbagli e riprendendo a comportarsi correttamente, la fiducia dei loro lettori.
Autorizziamo la diffusione di quanto sopra esposto affinché tutti vengano a conoscere quale è la verità
".

Notate lo schema notoriamente adottato dai disinformatori ormai noti e facenti capo al C.I.C.A.P. Le frasi interessanti, da questo punto di vista, sono evidenziate in grassetto.

Insomma, questo sembra un affare di Stato. Per quale motivo tanta preoccupazione e tanto affanno per proteggere la credibilità di un personaggio mascherato? Chi rappresenta Adam Kadmon e chi ha l'interesse a giustificarne le gesta e le asserzioni? Addirittura, per sponsorizzare Adam, si scomoda il produttore di "Mistero" (e di altri format Mediaset), il perito elettrotecnico Claudio Cavalli, il quale, lo potete vedere qui, si cimenta in una patetica intervista ad Adam Kadmon. Osserviamo l'ambiente intorno ai due...


L'agente di controllo sembra essere a casa sua o, per lo meno, in un ambiente a lui familiare. Nella stanza sgambetta un cane che Adam Kadmon carezza. Poco dopo il cucciolo si siede sulle gambe del Cavalli. Quindi il cane non sente estranei intorno a sé e questo può indurre ad evincere che i due personaggi si conoscono da tempo. In effetti, Adam Kadmon non è affatto nuovo al mondo di Mediaset, come spiegato qui e tanto meno al milieu del marketing multimediale, tanto è vero che il dominio adamkadmon.it è intestato ad un certo Mario D'Angelo, della Imperiali Comunicazioni, che ha, come clienti, anche Mediaset. Il particolare più interessante, però, è annidato sullo sfondo a sinistra dello schermo. Ci riferiamo al quadro che raffigura "LA VOCE DEL PADRONE" di Francis Barraud (His master's voice). Notoriamente il dipinto rappresenta il C.I.C.A.P., il comitato costituito da Piero Angela e Margherita Hack nel 1989. Ciò non è una sorpresa per noi. Già nel 2010, infatti, un importante esponente del C.I.C.A.P. partecipò a diverse puntate di "Mistero" e quindi avevamo compreso che la... regia era sempre dalle parti di Pavia.
Comunque, tornando allo sfondo dell'intervista ad Adam Kadmon, non risulta per nulla casuale che il quadro sopra descritto sia presente nella scena. E' una scelta precisa... una firma! Dunque, ammettendo anche che quella non sia né l'abitazione di Adam kadmon né di Claudio Cavalli e supponendo quindi che si tratti unicamente di una scenografia all'uopo predisposta per le interviste negli studi di Qadrio Tv, l'agenzia di produzioni di Claudio Cavalli [1], è ancora più rilevante la presenza dell'opera dipinta da Francis Barraud nelle riprese video. Ne deduciamo che uno dei due personaggi simpatizza o ha rapporti con il Comitato che, come molti di voi sapranno, coordina ed addestra da anni la disinvolta ed intoccabile disinformazione operante sulla Rete.


Emergono ora altri indizi che portano ancora una volta al transumanista C.I.C.A.P.

Adam Kadmon ha pubblicato il libro "Illuminati" con la casa editrice Edizioni Piemme, che ha sede in corso Como 15, Milano.
La società di produzione video di Claudio Cavalli, la Quadrio TV, si trova in via Maurizio Quadrio 12, Milano.
Avete notato quanto distano? 400 metri. In una grande città come Milano è quantomeno curioso.

Non solo. Tra i collaboratori di Mistero c'è un ragazzo che si occupa di esplorazioni di ambienti sotterranei, speleologia, archeologica, etc... Luigi Bavagnoli. Bavagnoli è presidente dell'assocciazione "Teses", che collabora con Mistero e che tiene una rubrica sul magazine mensile di Mistero.

E' presente su Facebook, Flickr, YouTube, Twitter e su Linkedin. E proprio qui emerge che è un ex informatico e che attualmente lavora proprio nel marketing di Edizioni Piemme, ovvero la casa editrice che ha pubblicato il libro di Adam Kadmon e che si trova, come detto, a 400 metri dalla sede di Quadrio, la casa di produzione di Mistero.

Non solo. Bavagnoli è amico di Ade Capone, sceneggiatore e autore di Mistero, è ritratto insieme in alcune fotografie come questa e collabora con il CICAP, infatti nel settembre del 2012 ha addirittura parlato allo stesso riservatissimo convegno nazionale del CICAP.

La redazione di Mistero non perde occasione per fare disinformazione sulla spinosa questione della geoingegneria clandestina ed anche la sera del 6 febbraio 2014, in due distinti servizi, si è insistito su generici "cambiamenti climatici", addebitando ancora una volta gli attuali sconvolgimenti all'eccessiva produzione di CO2, assolvendo le cosiddette "scie chimiche" e relegandole a fenomeno folcloristico ed inesistente. Sul tema è spuntato un ragazzotto biondo ossigenato, spacciato per il massimo esperto del clima negli Stati Uniti. Il genio intervistato, sempre per "Mistero", dal transumanista Daniele Bossari: Federico Pistono... [ LINK ] [ Link ] Disinformatore storico, che già nel 2008 si era palesato per quello che era ed è, intervenendo a fine conferenza con il classico stile del CICAP e che subito dopo scrisse un menzognero articolo-resonconto, volto a screditare Rosario Marcianò. Quasi non stupisce che il soggetto in esame abbia finito per lavorare, non si sa come, per la N.A.S.A.


[1] Dopo la collaborazione con Magnolia ed il successivo ingresso nel gruppo internazionale Zodiak, Cavalli ha deciso di navigare da solo ed ha riacquistato le quote azionarie detenute dalla società fondata da Giorgio Gori. La casa di produzione televisiva Quadrio, nata nell’ottobre del 2003 proprio da un accordo tra Claudio Cavalli e Giorgio Gori, è specializzata nella produzione di format originali che spaziano all’interno di tutti i generi televisivi: dal gameshow all’infotainment, ai reality show, passando attraverso la documentaristica. [ LINK ]
 
 
 

giovedì 30 gennaio 2014

Il Muos in Sicilia è ultimato. Ennesima vittoria americana


 

Caltanissetta, 28 gen – La sovranità, il valore e l’onore di una nazione passano anche e non solo da episodi come questo che andremo a raccontarvi, perchè in Sicilia gli Stati uniti hanno vinto e l’Italia ha perso.
La costruzione delle tre parabole americane a Niscemi è terminata. Non sono stati sufficienti anni di proteste, di ricorsi, di tribunali, di medici, per impedire la costruzione del Muos.
Una contesa ad armi impari combattuta senza il supporto delle istituzioni, colpevoli di aver illuso la popolazione locale, di averla sostenuta in un primo momento e poi di averla abbandonata. Insomma, la consueta storia tutta italiana, condita dalla solita soggezione di non voler contraddire l’alleato a stelle e strisce.


Ma procediamo con ordine. Il Muos è l’acronimo di “Mobile User Objective System”, cioè un moderno sistema di telecomunicazioni satellitari concepito dalla marina militare statunitense che, grazie a cinque satelliti in orbita e quattro stazioni di terra, permetterà agli Usa di controllare e coordinare tutte le unità navali, aeree e terrestri dislocate nel mondo, compresi i droni. Una di queste quattro stazioni di terra è proprio quella di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. È qui che ieri, 27 gennaio, si è completata la costruzione di tre parabole satellitari dal diametro di 20 metri e di due antenne alte 150. Ma il sistema di difesa americano è diventato anche di pubblico interesse perché nasce in un’area dove vivono persone che hanno paura di assistere inermi ad un bombardamento di onde elettromagnetiche.

Il professor Massimo Zucchetti, esperto di “Protezione dalle Radiazioni” presso il Politecnico di Torino e ricercatore dell’Institute of Technology del Massachusetts, dichiarò nel 2011 che le tre parabole avrebbero aumentato i rischi per la popolazione in modo esponenziale. Studi e perizie dimostravano infatti che il Muos sarebbe potuto essere nocivo e portatore di tumori, leucemie, cataratte, riduzione della fertilità.

Per scongiurare questi rischi nel 2010 nacque spontaneamente il movimento “No-Muos”, con l’intento di sensibilizzare le istituzioni e di bloccare il progetto. Le decise proteste locali contribuirono a mettere sotto sequestro il cantiere americano, grazie ad una decisione presa il 6 ottobre 2012 dalla Procura di Caltagirone. I giudici ritenevano inaccettabile che il Muos potesse sorgere in una area protetta come quella dalla riserva naturale della Sughereta di Niscemi. Ma i sigilli durarono appena venti giorni, perché il tribunale della Libertà di Catania accolse il ricorso del ministero della Difesa, revocando il sequestro.

È qui che entrano in gioco la Regione Sicilia e il verboso Rosario Crocetta. Il governatore siciliano, spinto dalle proteste e per un tornaconto politico, nel gennaio 2013 dichiarò guerra allo Stato italiano e al progetto statunitense. Apparentemente convinto sostenitore della pericolosità di queste tre parabole satellitari, l’11 marzo Crocetta riuscì a raggiungere un’intesa col governo per bloccare i lavori di costruzione, almeno fino a quando non ci fossero state perizie mediche e ambientali complete. Questa strategia portò ad una nuova chiusura del cantiere, questa volta ad opera della stessa Regione Sicilia.

Da questo preciso momento, lo Stato italiano cominciò a mostrare la sua peggior faccia nella vicenda. Al posto di promuovere un dibattito sull’argomento, magari coinvolgendo medici, associazioni ed opinione pubblica, il ministero della Difesa (all’epoca dei fatti guidato da Giampaolo Di Paola, poi passato a Mario Mauro) pensò bene di rivolgersi al Tar della Sicilia per chiedere la revoca del blocco dei lavori, oltretutto pretendendo un cospicuo risarcimento danni dalla Regione. In pratica lo Stato si fece causa da solo pur di non aver problemi con gli americani.

Nonostante ciò, il 9 luglio 2013 il Tar respinse il ricorso del ministero della Difesa, definendo più che legittima la decisione di sospensione della Regione. E qui subentra il colpo di scena: Crocetta cambia idea come illuminato sulla via di Damasco e fa ripartire i lavori.

Quasi in contemporanea, l’Istituto di Sanità Superiore dello Stato dichiara che alcuni studi dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sulle parabole del Muos dimostravano “che tutti i limiti previsti dalla legislazione italiana in materia di protezione della salute umana dai campi elettromagnetici erano stati rispettati in larga misura”. Quindi per lo Stato, ancora oggi, non c’è nessun pericolo per la salute e per l’ambiente.

“Crocetta Vergona”, all’indomani della decisione, fu questo lo slogan del movimento No-Muos, prima sedotto poi abbandonato a sé stesso. La decisione del presidente della Regione portava al minimo la sua credibilità, soprattutto perché la battaglia al Muos era stato uno dei punti cardine della sua campagna elettorale nell’ottobre del 2012. Lui accampò una difesa, affermando di aver ricevuto pressioni dai poteri forti e addirittura dalla Cia.

Sono oltre 113 le installazioni militari a stelle e strisce dislocate sul nostro territorio. Un’enorme eredità post-Seconda Guerra Mondiale che ha più volte riacceso il dibattito “sull’occupazione americana”. È giusto che gli Usa, ancora oggi, detengano una presenza così massiccia e ben radicata in Italia? Ma soprattutto è giusto che ogni decisione di Washington venga accolta con tacito consenso dalle nostre istituzioni, come se il concetto di sovranità nazionale sia solo un’inutile definizione in un libro di Scienza Politica o di Diritto Internazionale?

Da molti anni i siciliani si oppongono alla base di Sigonella in provincia di Siracusa, così come ad Aviano (Pordenone) molti italiani chiedono che gli americani facciano le valigie. Nel 2008 una perdita di cherosene dall’oleodotto che riforniva la base di Aviano mise a rischio ambientale la zona del nord-est italiano, con l’accendersi di nuovi dubbi e polemiche, terminate poi nel silenzio dei media, come per la presente questione di Niscemi. Il Muos è solo l’ultimo degli episodi di sudditanza coloniale. Le parabole alla fine sono state costruite, l’America ha vinto di nuovo e l’Italia vilipesa.

Giuseppe Maneggio

giovedì 23 gennaio 2014

Segnalazioni di gennaio - TANKERENEMY


Diamo subito spazio alla notizia più ignorata dai media di regime: si riferisce ad un fatto che all'apparenza non è connesso al tema della geoingegneria clandestina: in realtà, pero, si inquadra nello stesso disegno di programmata devastazione della biosfera. Ci riferiamo alle fughe radioattive dal reattore nucleare di Fukushima: la radioattività sta sterminando la flora e la fauna dell’Oceano Pacifico, ormai ridotto ad una morta palude. I radionuclidi stanno inoltre causando un pauroso incremento di patologie tra gli abitanti della costa occidentale degli Stati Uniti. E’ un disastro che non mancherà di ripercuotersi, prima o dopo, in tutto il globo. La catastrofe di Fukushima si aggiunge all’ininterrotta attività chimico-biologica che sta portando il pianeta al collasso.

Nelle prossime settimane le armi chimiche, appartenenti ai mercenari che tentano di rovesciare il governo di Assad, per conto di Stati Uniti ed Israle, saranno distrutte nel Mediterraneo con il metodo definto "idrolisi". Milioni di litri di acqua contaminata saranno scaricati in un mare chiuso, con tutte le terribili conseguenze del caso e ciò nell'asssordante silenzio dei media di regime.

Se si procederà lungo questa strada, l'attuale crisi finanziaria sembrerà uno scherzo, quando le risorse alimentari cominceranno a scarseggiare e ad essere contaminate.

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Dalla tragedia giapponese, ad una scoperta tragicomica: segnaliamo una curiosità inerente alla celebre enciclopedia della Rete.

Accedete a Wikipedia e digitate il lemma "Geoingegneria" nella casella in alto a destra. La ricerca in lingua italiana non darà buoni frutti: nella scarna voce, infatti, si evoca la ''teoria del complotto''. L'aspetto singolare di questa semplice operazione è il seguente: cambiando sulla sinistra dello schermo la lingua di accesso alla nota enciclopedia telematica, le informazioni mutano radicalmente.

Anche non conoscendo gli altri idiomi, si può sempre usare il traduttore automatico, copiando il link e incollandolo nell'apposito spazio per avere la versione in italiano. Chi possiede Chrome può avvalersi del traduttore interno. Abbiamo provato ed il risultato è stato molto interessante. L’unica accortezza è quella di verificare sempre la data dell'ultimo aggiornamento in fondo alla pagina: si sa che su certe questioni le informazioni sono costantemente riviste ed edulcorate.

Comunque sia, se non trovate interpolazioni e censure dell'ultima ora, vedrete con i vostri occhi. Ciò che in Italia è considerato ''teoria della cospirazione”,' esiste per il resto del mondo. Questa è un’ulteriore conferma che circa temi spinosi il controllo su Wikipedia Italia, per opera del C.I.C.A.P. e dei servizi associati, è totale!

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A proposito di geoingegneria “ufficiale”, apprendiamo che è l’infame C.I.A. a finanziare un progetto di modifica climatica, elaborato dall’Accademia nazionale delle scienze. Sono stati stanziati già 630.000 dollari per interventi sui fenomeni atmosferici. L’alibi è sempre lo stesso: contrastare il cosiddetto “global warming” innescato invero, come gli sconvolgimenti tettonici, da decenni di operazioni abusive e perniciose, all’origine pure del tremendo flagello di freddo polare che ha percosso di recente la Nuova Inghilterra.

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Come interpretare questa morsa di gelo con punte di 53 gradi sotto zero? I geoingegneri hanno perso il controllo della situazione o assistiamo alle conseguenze di un piano finalizzato alla “deliberata rovina del tempo meteorologico”, per mutuare una dicitura della compianta dottoressa Sandra Perlingieri? La perturbazione, accompagnata da neve, algide raffiche e temperature siberiane, ha provocato tra l’altro la morte di moltissimi senzatetto a New York ed in altre metropoli: in fondo per la feccia anche questa è una gradita forma di depopulation. La situazione ricorda lo scenario descritto da Roland Emmerich nella pellicola “The day after tomorrow”… un’intuizione? Il dibattito ferve: la Terra si sta riscaldando o si sta raffreddando? Il giorno in cui sarà interrotta la geoingegneria illegittima potremo raccapezzarrci: per ora assistiamo ad un caos climatico di proporzioni ciclopche con un effetto domino che non lascia presagire alcunché di buono.

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La quotidiana, micidiale “aerosolterapia” non incide purtroppo solo sugli eventi atmosferici: è ormai assodato che il “trattamento da scie chimiche” sta riempiendo gli organismi di veleni. In Arizona alcuni cittadini hanno eseguito delle analisi del sangue da cui emergono valori altissimi di bario e di alluminio, a volte anche di dieci volte superiori ai parametri di soglia!

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Concludiamo con un estratto da un documento governativo statunitense:

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“Lo scopo di questo lavoro è quello di delineare una strategia per l'uso o di un futuro sistema di modificazione del clima per conseguire obiettivi militari.

Negli Stati Uniti la modificazione del clima diventerà verosimilmente una parte della politica di sicurezza nazionale insieme con cooperazioni internazionali. Il nostro governo persegue questa politica a vari livelli che potrebbero includere azioni unilaterali, la partecipazione in un quadro di sicurezza come la N.A.T.O., la sinergia con un'organizzazione internazionale come l'ON.U. o la partecipazione ad una coalizione. […]

Gli UAV (i droni, n.d.r.) creano uno scudo di cirri artificiali per disorientare il nemico e per la sorveglianza ad infrarossi. Contemporaneamente i riscaldatori a microonde producono una scintillazione localizzata per disturbare il rilevamento attivo tramite radar ad apertura sintetica (SAR) e sistemi come il SARSAT, che saranno ampiamente disponibili entro il 2025. Le operazioni di inseminazione delle nubi provocano intensi temporali, limitando gravemente la capacità del nemico di attuare strategie difensive. Il WFSE controlla l'intera operazione in tempo reale.

La tecnologia può essere descritta come segue. Proprio come un tetto di catrame nero assorbe facilmente l'energia solare e, successivamente, irradia calore durante una giornata di sole, il nerofumo assorbe facilmente la radiazione solare. Quando è disperso in forma microscopica o in polvere" nell’aria su una grande massa d'acqua, il carbonio aumenta di temperatura, riscaldando l'aria circostante. In questo modo aumenta il grado di evaporazione dell'acqua sottostante, così che si generano nubi e precipitazioni”.

Dal testo si evince che è impiegato il carbonio in nanotubi per catturare l'umidità atmosferica e per gestirla nei contesti più disparati. Inoltre i cirri chimici sono caricati di energia elettromagnetica per non consentire ai satelliti nemici di campionare la superficie terrestre tramite alcuni sistemi satellitari”.

Pare proprio che ciò si stia verificando in questo periodo. Esiste dunque una mole impressionante di prove: chi oggi si ostina a negare la realtà della geoingegneria clandestina o è tonto o è in perfetta malafede.

To do or die...


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Fonte: www.tankerenemy.com

E' confermato: i filamenti di ricaduta derivano dai carburanti aeronautici!

Pubblichiamo le fondamentali analisi eseguite da un laboratorio certificato francese su campioni di composti polimerici, i filamenti la cui dispersione e caduta sono associate al passaggio degli aerei militari e civili impiegati nelle irrorazioni clandestine a bassa ed alta quota. Non sono tele di Aracnidi, a differenza di quanto asserito in modo mendace dagli enti ufficiali preposti alla tutela dell'ambiente, ma fibre composte da ftalati. Le risultanze delle analisi confermano inequivocabilmente quanto da tempo asseriamo, ossia che gran parte delle compagnie commerciali sono coinvolte nelle operazioni di aerosol volte a modificare le condizioni dell'atmosfera: i veleni diffusi, infatti, entrano nella composizione dei carburanti e degli oli lubrificanti aeronautici. Si osservi che molti composti rilevati contengono il micidiale benzene. Per identificare i responsabili, bisogna perciò cercare chi produce e fornisce questi tossici additivi, utili agli scopi della geoingegneria clandestina.



Diversi campioni di filamenti raccolti tra novembre e dicembre 2012 sull'intero territorio francese sono stati inviati al nostro laboratorio da Thénioux. Le fibre provengono da Saint Clément des Levées, de Saint Martin de Crau e da Malabat.

Per ogni campione, sono stati eseguiti due esperimenti di desorbimento termico alla temperatura di 445° Celsius, da un lato, direttamente e dopo metilazione in-situ (un processo che consente il rilevamento di composti polari potenzialmente presenti). Diversi composti organici generati in questa serie di otto esperimenti, ogni volta sono stati separati mediante gascromatografia ed identificati mediante spettrometria di massa (GC/MS). [1]


I dati sono stati interpretati ed i risultati sono descritti in questo rapporto analitico. Sembra che questi filamenti aerodispersi siano polimeri organici complessi contenenti componenti chimici di sintesi, come dimostra l’analisi eseguita su molti prodotti della loro decomposizione termica, tra cui diverse molecole che si trovano comunemente nei carburanti e nei lubrificanti per motori aeronautici.

I quattro campioni studiati contengono diversi composti aromatici sintetici tossici (ftalati) e tre di essi contengono DEHP, un rappresentante di questa famiglia di prodotti particolarmente temuto per la sua proprietà d'interferente endocrino. Tutte le molecole organiche, in particolare composti eterociclici, presenti nei campioni di "filamenti aerodispersi" sono fonte di preoccupazione, sia in termini di salute pubblica sia per il loro impatto ambientale.

Riteniamo che questi filamenti potrebbero derivare dalla ricombinazione di sostanze rilasciate nell'atmosfera dai motori degli aerei.

Centro di indagini indipendenti e competenza in Chimica organica

ZAC Bousquets -130 Rue Innovation / 19 Rue Création 83390 CUERS France
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Partenaire de l'ADEME et de la Région PACA - Agréé à la Cour d'Appel d'Aix en Provence
Norme de fonctionnement : ISO 17025 (2005)
Bernard TAILLIEZ
Docteur ès Sciences
Directeur Scientifique – Fondateur
Responsable Assurance-QualitéQ

Qui il documento di analisi originale.


[1] Il desorbiménto [Comp. di de- e (ad)sorbimento] è il fenomeno, inverso dell'adsorbimento, consistente nella liberazione di una sostanza adsorbita su un solido.

[2] Gli ftalati sono esteri dell'acido ftalico. Sono composti in genere poco solubili in acqua, molto solubili negli oli e poco volatili. Di solito si presentano come liquidi incolori. Sono ottenuti per esterificazione tra l'anidride ftalica ed un alcool opportuno, generalmente compreso tra i 6 ed i 13 atomi di carbonio. Ad esempio, il di-2-etilesilftalato è prodotto dalla reazione chimica tra 2-etilesanolo ed anidride ftalica. Nel 2004 la produzione mondiale di ftalati è stata stimata in 400.000 tonnellate. Sono noti sin dagli anni ‘20 del XX secolo ed hanno conosciuto un incremento di produzione negli anni ‘50, con l'immissione sul mercato del PVC. Gli ftalati sono una famiglia di composti chimici usati nell'industria delle materie plastiche come agenti plastificanti, ovvero come sostanze aggiunte al polimero per migliorarne la flessibilità e la modellabilità. Il PVC è la principale materia plastica (in termini di volume di produzione) in cui sono impiegati. Addizionato ad esso, lo ftalato permette alle molecole del polimero di scorrere le une sulle altre, rendendo il materiale morbido e modellabile anche a basse temperature. Ftalati di alcoli leggeri (dimetilftalato, dietilftalato) sono usati come solventi nei profumi e nei pesticidi. Gli ftalati trovano inoltre uso frequente nella preparazione di smalti per unghie, adesivi, vernici e persino negli alimenti. Questi composti sono oggetto di controversia dal 2003: alcuni studi sembrano mostrare che siano in grado di produrre effetti analoghi a quelli degli ormoni estrogeni, causando una femminilizzazione dei neonati maschi e disturbi nello sviluppo dei genitali nonché nella maturazione dei testicoli. Studi sui roditori mostrano che un'elevata esposizione agli ftalati provoca danni al fegato, ai reni, ai polmoni ed allo sviluppo dei testicoli.

Fonte: Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, s.v. ftalati; ftalica, anidride; ftalici, acidi.

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Fonte: www.tankerenemy.com

martedì 21 gennaio 2014

LA MODIFICAZIONE DELL’AMBIENTE E DEL CLIMA A FINI MILITARI



NEL 2003 un documento ‘segreto’ del Pentagono riempì le prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Il Pentagono disegnò future guerre, chaos e distruzione a causa del cambiamento climatico. Il ten. col. Carlo Stracquadaneo, all’epoca anche consigliere giuridico del Ministero della Difesa,prese spunto da questo dossier e scrisse un articolo con dati e riflessioni, interessanti da leggere anche a distanza di dieci anni.

Climi di guerra (parte I)

di Carlo Stracquadaneo – tratto da www.AnalisiDifesa.it

6 Giugno 2004 – Fra tre anni, nel 2007, una tempesta particolarmente violenta farà scatenare l’oceano sulle costedell’Olanda. Una serie di città come L’Aia diventeranno invivibili; un’ondata di disperati senza tetto si riverserà sullefrontiere d’Italia e Spagna che, a loro volta, subiranno improvvisi e intermittenti raffreddamenti, mentre il clima dell’Europa nord-occidentale sarà secco, gelido e ventoso come quello siberiano. La pianura padana assomiglierà a una steppa, partirà una corsa al riarmo nucleare in preparazione di un’inevitabile apocalisse, chiusure di frontiere e guerre scatenate per mancanza d’acqua, nel 2022 Germania e Francia entreranno in conflitto per lo sfruttamento del Reno e l’Unione Europea collasserà.
Questa non è la sceneggiatura in chiave europea del film The Day After Tomorrow di Roland Emmerich, né un’apocalittica previsione di ambientalisti, bensì gli esiti di un rapporto di 22 pagine, dei climatologi Peter Schwartz e Doug Randall, redatto su commissione di Andrew Marshall, che al Pentagono dirige l’ufficio Net Assesment, un think-tank che redige rapporti segreti sugli scenari futuribili per i governo americano.
“An Abrupt Change and Its Implications for United States National Security” (“Un violento cambiamento climatico e le sue implicazioni per la sicurezza degli Stati Uniti”. Sottotitolo: “Immaginare l’impensabile”) questa è l’etichetta sul dossier di Schwartz e Randall, redatto nell’ottobre 2003. Il documento avrebbe dovuto rimanere segreto e invece dai cassetti del Pentagono è scivolato sulle pagine di Fortune e dell’Observer per poi essere ripreso dai giornali di tutto il mondo con un clamore giustificato dall’autorevolezza del destinatario, la cui commessa è costata 100mila dollari.

Guerra fredda, clima rovente

Non è la prima volta che in tema di mutamenti climatici si evocano gli scenari più agghiaccianti.
All’inizio degli anni settanta, la stampa scientifica internazionale dedicò grandi spazi al progetto poco conosciuto di “immissione” e “interdizione” di talune azioni in ambiente meteorologico e geofisico a scopo militare.
Il giornale americano “Christian Science Monitor” scrisse, nel 1973, che “il Pentagono assegna annualmente più di due milioni di dollari per la realizzazione di una nuova arma che permetterebbe di creare artificialmente inondazioni, siccità, maremoti, uragani e modifiche dello strato dell’ozono atmosferico”. Il Senato americano, l’11 luglio 1973, aveva infatti autorizzato il Governo a procedere nella realizzazione di tale progetto, anche con riferimento all’interdizione dagli effetti passivi degli eventi ambientali ed atmosferici.
La prevenzione di azioni destinate a modificare l’ambiente a scopi militari, fu oggetto di un approfondito esame nel vertice di Mosca tra Nixon e Breznev, nel luglio 1974, che diede luogo alla “Dichiarazione relativa all’ambiente naturale e al suo utilizzo per scopi militari”.
Poco dopo, gli organi centrali della stampa sovietica denunciavano i danni eventuali della guerra meteorologica e geofisica, così come l’orrore derivante dall’utilizzazione di defolianti e altri mezzi idonei ad incendiare le foreste e dava la primizia di una proposta sovietica tendente a mettere all’Ordine del giorno dell’Assemblea Generale dell’Onu un’interdizione conglobante tutte le azioni (militari o altre) sull’ambiente naturale, che non siano compatibili con gli interessi della scienza rivolta unicamente al benessere dell’uomo.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite giudicò indispensabile raccomandare al Comitato di Ginevra per il disarmo, di lavorare per un testo concertato, atto a interdire tutte le azioni condotte sull’ambiente naturale e sul clima, per scopi militari o altro.
Nel giugno del 1975 furono tenuti a Ginevra i negoziati preliminari relativi all’eventuale interdizione della guerra meteorologica. I negoziati avvennero “a porte chiuse” e nessuna notizia trapelò oltre al fatto che le delegazioni erano guidate da T.A. Davies, direttore aggiunto dell’Agenzia americana per il disarmo ed il controllo degli armamenti (ACDA) e dall’ accademico sovietico E.K. Fedorov, noto meteorologo.
Il mese precedente l’Unione Sovietica aveva, peraltro, ottenuto che l’Assemblea Mondiale della Sanità, riunita a Ginevra, stigmatizzasse l’eventuale ricorso ad armi meteorologiche.
Nell’ agosto 1975, in seno ad una Conferenza ufficialmente consacrata ai problemi ambientali, si parlò così per la prima volta di “guerra meteorologica”. All’uscita, il rappresentante americano, l’ambasciatore Joseph Marin, e quello sovietico, l’ambasciatore Alexei Rochtchine, si rifiutarono di fare qualsiasi dichiarazione in merito, limitandosi ad affermare sorridendo che “tutto era andato per il meglio”.
Il Congresso meteorologico aveva intanto deciso di impiantare un registro internazionale di tutte le attività collegate alla modificazione artificiale del clima, di cui venne data ampia descrizione, ufficialmente per la prima volta, in occasione della conferenza dell’Associazione internazionale per la meteorologia e fisica dell’atmosfera, tenutasi nel 1973 a Tashkent, allora in Unione Sovietica.
Il divieto di utilizzare tecniche di modificazione dell’ambiente a fini militari o per ogni altro fine ostile fu quindi oggetto, nel 1976, di un’ apposita dichiarazione, adottata con la Ris. 32/76 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La Conferenza del Comitato sul disarmo, tenutasi a Ginevra il 18 maggio 1977, diede origine alla Convenzione sulla proibizione dell’uso militare o di qualsiasi altro uso ostile delle tecniche di modificazione dell’ambiente, Convenzione nota anche con il sinonimo “ENMOD” (Envitoment Modification), ratificata dagli Stati Uniti nel 1980.
L’art. 1 della Convenzione recita: “Ciascun Paese dell’ONU si impegna a non impiegare, per uso militare o qualsiasi altro uso ostile, quelle tecniche di modifica dell’ambiente naturale che abbiano ampi, duraturi e rovinosi effetti quali mezzi di distruzione e che danneggino ogni altro Stato membro. Ciascun Paese membro si impegna a non assistere, incoraggiare o indurre alcun altro Paese ad intraprendere attività in contrasto con quanto previsto da questo articolo”.
Il ruolo di iniziatore delle azioni dell’uomo nel campo della formazione, prevenzione e dispersione delle nebbie, delle precipitazioni provocate (pioggia e neve) e in certa misura dei lampi, spetta al Naval Weapon Centre (NWC) della Marina statunitense, per lungo tempo leader mondiale in questo campo e oggi affiancato dall’Air Force Combat Climatology Center di Ashville (North Carolina).
Un certo numero di operazioni relative a piogge provocate, sono state effettuate con successo, all’estero dal NWC, su richiesta degli Stati interessati. Fra queste, quelle avvenute in India nel 1967, nelle Filippine nel 1969 (operazioni ripetute da allora ogni anno dagli stessi filippini), a Okinawa nel 1971 e nelle Azzorre nel 1972.

Fra le ricerche intraprese da organizzazioni militari e civili, vanno annoverate:
- la realizzazione, il dissolvimento e la prevenzione delle nebbie;
- le precipitazioni provocate;
- le tempeste di fulmini;
- l’intervento sullo strato di ozono atmosferico;
- la manipolazione delle onde elettriche celebrali mediante elettricità atmosferica;
- la realizzazione di terremoti e maremoti;
- l’intervento su ghiacciai.


I modi e i materiali messi a punto sono oggi, per alcuni di essi, completamente declassificati e impiegati nel mondo intero a fini di utilizzazione pacifica.
E’ chiaro che le tecniche di modificazione artificiale del clima e del sistema meteorologico potrebbero portare benefici enormi all’umanità, ma è altrettanto chiaro che esistono problemi di diritto internazionale che potrebbero nascere a causa delle potenziali conflittualità nelle operazioni di impiego di queste tecniche e degli eccezionali rischi sull’uso incontrollato di esse come arma bellica, con conseguenze distruttive imprevedibili.

Mezzi di autodistruzione di massa

Esistono dunque possibilità reali di condurre operazioni di guerra meteorologica. Fino alla metà degli anni 70 le possibilità di azione, in alcuni casi noti, erano sicure ma limitate. Gli esperimenti che allora vennero dimostrati non superavano il livello tattico; ma il divieto relativo all’impiego dell’arma in questione era (ed è) tuttavia unanimemente richiesto dall’opinione pubblica in ragione di una visione apocalittica che vede l’uomo manipolare a suo piacimento le condizioni atmosferiche.
E’ bene soffermarsi sul concetto che le manipolazioni dell’ambiente naturale non riguardano solo il clima e la meteorologia ma bisogna annoverare anche le attività di tipo nucleare sistematiche. Si pensi, per esempio alla Francia, che dal 1975 al 1988 ha condotto più di mille test nucleari nell’Oceano Pacifico, presso l’atollo corallino di Mururoa, con la conseguente contaminazione radioattiva dell’isola e delle acque circostanti, rendendo inabitabile un paradiso dell’ecosistema, in aperta violazione del Trattato di Rarotonga, che dal 1985 ha dichiarato il Pacifico meridionale zona esente da armi nucleari.
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Climi di guerra (parte II)

di Carlo Stracquadaneo – tratto da www.AnalisiDifesa.it

Nel 1991, grazie alla “Glasnost”, fu svelato un programma di ricerca militare avviato dall’Unione Sovietica tra gli anni sessanta e settanta, destinato a provocare terremoti artificiali, causati mediante esplosioni nucleari sotterranee, da sfruttare come arma di attacco preventivo, da utilizzare prima di un attacco convenzionale. Si trattava del programma “Kontinent”, i cui esperimenti sono forse stati la causa di numerosi terremoti negli Urali, in quel decennio, di cui si ricorda quello del nono grado della scala Richter, che rase al suolo la città di Gasli.
Senza dubbio un’attività di manipolazione dell’ambiente naturale a fini militari, è stata realizzata nella primavera del 1991 durante la Guerra del Golfo, quando per effetto dell’incendio dei pozzi petroliferi del Kwait, ordinato da Saddam Hussein durante la ritirata del suo esercito, il cielo fu oscurato per parecchie settimane, rendendo l’aria irrespirabile e limitando di fatto le operazioni aeree e terrestri, rivolte contro l’esercito iracheno; anche il mare, coperto da una densa patina di greggio, fu inquinato in parecchie miglia di costa, con conseguente disastro all’ecosistema. La circostanza fu oggetto di particolare preoccupazione per il Comando interalleato che vide la spessa coltre di fumo come un’efficace cortina antiluce atta a consentire una prolungata sopravvivenza sul terreno a virus ed agenti patogeni, protetti in tal modo dall’azione dei raggi solari.
La circostanza non è confermata, ma sembra tuttavia che anche tale timore, abbia concorso nella determinazione di arrestare la penetrazione alleata verso Baghdad.

La diversa interpretazione delle tutele tra Protocolli Aggiuntivi e Convenzione Enmod

Nella seconda metà degli anni settanta, la formazione di nuovi Stati nazionali, la guerra di Corea, l’Indocina, l’Algeria, i conflitti Arabo-Israeliani, la guerra del Vietnam come pure le guerre civili in Africa, Asia e Sud America, evidenziarono la necessità di aggiornare le Convenzioni di Ginevra del 1949 alla nuova realtà geopolitica e sociale.
Nel 1977, l’adozione dei due Protocolli Aggiuntivi alle Convenzioni del 1949 consentì di ridefinire le tipologie di conflitto armato, includendo fra quelli a carattere internazionale le guerre di liberazione contro le dominazioni coloniali, l’occupazione straniera e i regimi razzisti.
Nel I Protocollo Aggiuntivo (I-PA77), facendo riferimento a metodi e mezzi di guerra, l’art. 35 ribadisce il principio fondamentale già contenuto sia nella Dichiarazione di San Pietroburgo del 1868, che nelle convenzioni dell’Aja del 1899 e del 1907: “In ogni conflitto armato, il diritto delle Parti in conflitto di scegliere metodi e mezzi di guerra non è illimitato”. E’ vietato l’impiego di armi proiettili e sostanze, nonché metodi di guerra capaci di causare mali superflui o sofferenze inutili. E’ vietato l’impiego di metodi o mezzi di guerra concepiti con lo scopo di provocare, o dai quali ci si può attendere che provochino, danni estesi e durevoli all’ambiente naturale”.
L’art. 48 enuncia la regola fondamentale in tema di protezione della popolazione civile imponendo alle parti di fare, “in ogni momento”, distinzione fra la popolazione civile e i combattenti, nonché fra beni di carattere civile e gli obiettivi militari.
L’art. 51, vieta inoltre gli attacchi diretti nei confronti della popolazione civile anche a titolo di rappresaglia nonché gli “attacchi indiscriminati” .
Il successivo art. 52 offre la definizione di “obiettivo militare” vietando contestualmente l’attacco o la rappresaglia su beni di carattere civile All’art. 55 sono inoltre introdotte disposizioni destinate a salvaguardare l’ambiente naturale da danni estesi, durevoli e gravi come quelli causati dall’uso di napalm e defoglianti, già vietate rispettivamente dal III Protocollo del 1981 sulle armi che producono sofferenze inutili e della Convenzione del 1977 (Convenzione “Enmod”) relativa al divieto di utilizzare tecniche di modifica dell’ambiente naturale per scopi militari o per qualsiasi scopo ostile. Infine, l’art. 56, indica le norma di protezione per le opere e installazioni che racchiudono forze pericolose, a causa dei danni che possono derivare all’incolumità della popolazione civile.
Il II Protocollo (II-PA77), memore delle guerre civili combattute in Africa, Asia ed America del Sud (in Argentina i desaparecidos furono circa 30.000 in soli quattro anni), detta in 28 articoli la disciplina dei conflitti armati non internazionali, le cui vittime erano state, fino a tale momento, abbandonate alla tutela minimale offerta dall’art. 3 comune alle quattro Convenzioni del 1949.
Il contenuto dei Protocolli segna fine alla tradizionale bipartizione fra diritto dell’Aja, relativo a mezzi e metodi di combattimento e diritto di Ginevra, relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati, dando origine al moderno Diritto Internazionale Umanitario.
Come accennato, in risposta a quanto avvenne in Vietnam, a seguito dell’impiego massiccio di Agente Orange (vedasi l’articolo “Veleni di guerra” di C. Stracquadaneo, su Analisi Difesa, n. 42, Febbraio 2004) vennero quindi adottati nel 1977 i due Protocolli Aggiuntivi alle Convenzioni di Ginevra, i cui artt. 35, comma 3 e 55, introdussero il divieto di adottare mezzi e metodi di guerra concepiti per provocare danni estesi, durevoli e gravi all’ambiente naturale.
La Conferenza del Comitato sul disarmo, tenutasi a Ginevra il 18 maggio 1977, diede a sua volta origine alla Convenzione sulla proibizione dell’uso militare o di qualsiasi altro uso ostile delle tecniche di modificazione dell’ambiente, (ormai nota con l’acronimo “Enmod”).
Tuttavia, nonostante i principi tutelati dal Primo Protocollo Aggiuntivo e dalla Convenzione “Enmod” siano identici, sorprendentemente i termini di riferimento non hanno ottenuto la medesima interpretazione.
Il Primo Protocollo è orientato alla protezione dell’ambiente in quanto tale, indipendentemente dal fatto che il suo danneggiamento si ripercuota direttamente sulla popolazione civile; perciò al termine “danno durevole” viene associato un effetto che si protragga per un periodo di vari decenni, mentre negli “understandings” della Convenzione “Enmod” l’implicazione temporale è ben più restrittiva: per “durevole” si intende un danno ambientale protratto per un periodo di mesi, pari a circa una stagione. Sempre per la Convenzione “Enmond” il termine “esteso” viene riferito ad un’area di parecchie centinaia di chilometri quadrati e per “grave” si intende una seria e significativa distruzione e pregiudizio per la vita umana, alle risorse economiche e naturali. Inoltre, l’obbligo di proteggere l’ambiente naturale in tempo di conflitto armato è stato ribadito dal XXIV Principio della Dichiarazione di Rio del 1992 sull’ambiente e lo sviluppo e dalla Corte Internazionale di giustizia (ICJ) nel 1996, che nel parere sulla liceità della minaccia o dell’uso di armi nucleari, ha dichiarato l’esistenza di un obbligo internazionale di proteggere l’ambiente naturale contro danni estesi, durevoli e gravi (ICJ, Reports, par. 31).
Allora che dire della cancellazione di migliaia di ettari di foreste indocinesi durante la guerra del Vietnam? Purtroppo a quell’epoca – la guerra terminò nel 1975 – queste norme non erano in vigore, né era noto l’altissimo livello di pericolosità della diossina, che solo nel 1994 è stata riconosciuta come una grave minaccia alla salute pubblica. Pertanto, le devastanti operazioni di deforestazione (Area denial missions) condotte in quel teatro operativo mediante defolianti, non possono essere retroattivamente considerate alla stregua di crimini di guerra.
Ancora oggi gli erbicidi e i defolianti non sono considerati armi chimiche e il loro uso è proibito solo se provoca effetti estesi, durevoli e gravi all’ambiente naturale. La proibizione pertanto riguarda l’uso che ne viene fatto, come del resto è riconosciuto nel preambolo della Convenzione sul disarmo chimico (Parigi 1993) che condanna gli erbicidi come “metodo” di guerra. Un altro schiaffo alle convenzioni internazionali, è la rivelazione che gli studi e le ricerche scientifiche del programma “Kontinent” proseguirono in Russia ancora per quasi venti anni dopo la Convenzione Enmod, sollecitata dalla stessa Unione Sovietica. Secondo quanto dichiarato dallo scienziato Giancarlo Bove,: “abbandonati i test nucleari sotterranei, diventati ormai pericolosi per l’impatto ambientale e l’inquinamento provocato dalle esplosioni, i responsabili scientifici e militari si orientarono verso la TeleGeoDinamica e i sistemi d’arma a energia diretta EM (electronic pulse weapon) per concludersi definitivamente nel 1996” (!).

Cos’è la salvaguardia della popolazione civile senza la tutela ambientale?

Il Primo Protocollo Aggiuntivo del 1977 non attribuì alla guerra ambientale la categoria di “grave violazione” del diritto internazionale umanitario, ma si limitò a proibire l’uso indiscriminato di mezzi bellici intesi deliberatamente a causare danni all’ambiente naturale e pregiudicare la salute e la sopravvivenza della popolazione, nonché il divieto di modificazione dell’ambiente a scopo di rappresaglia. Oggi invece lo Statuto della Corte Penale Internazionale annovera fra i crimini anche il fatto di “causare danni diffusi, duraturi e gravi all’ambiente naturale”.e ascrive altresì tra i crimini, i danni collaterali all’ambiente, se questi sono estesi, durevoli e gravi, tenendo come riferimento gli “understandings” della Convenzione “Enmod”. In questo caso, attraverso l’imputabilità di crimine internazionale anche per danni collaterali, lo Statuto ha inteso rafforzare la tutela dell’ambiente, nella considerazione di poter realizzare, per mezzo di esso, una forma di ulteriore protezione nei confronti dei civili che non prendano parte alle ostilità.
Quello che per Emmerich può rappresentare il futuro non è quindi fantascienza ma realtà. Proiettata che sia nel futuro o nel passato, allude sempre al presente, ma pochi film del genere catastrofico sono più vicini ai rischi contemporanei di The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo: i disastri meteorologici del film somigliano troppo alle nostre stagioni confuse di grandi freddi o grandi caldi, i guai climatici sono troppo simili ai nostri, il surriscaldamento globale e il buco dell’ozono certo non ci sono estranei.

Il punto inquietante della storia però è dato dalla risposta del Pentagono alla fuga di notizie sul rapporto Schwartz e Randall: “lo scenario descritto nel rapporto non è plausibile” insiste da Washington il portavoce Daniel Hetlage, “serve solo a dare al Pentagono un tema di riflessione per un futuro lontano”: una secca smentita, i due scienziati hanno solo lavorato su ipotesi; ma perché il Pentagono dovrebbe pagare un contratto da 100mila dollari per farsi raccontare della fantascienza? Come si è visto, gli Stati non hanno rinunciato ai loro esperimenti anche dopo la convenzione “Enmod”, chi può assicurare che le potenzialità tattiche di una volta non siano diventate capacità strategiche?

Forse è giunta l’ora che tutti gli Stati si impegnino a osservare davvero il Protocollo di Kyoto e forse anche riaffermare e rinnovare i termini sul rispetto della Convenzione “Enmond”, per garantire in questo settore applicazioni veramente pacifiche e confacenti con la salute dell’uomo, il benessere e l’equilibrio naturale.

Fonte: www.nogeoingegneria.com

sabato 18 gennaio 2014

Australia: multinazionale farmaceutica autorizzata a irrorare un agente patogeno del colera geneticamente modificato

Sconvolgente notizia dall’Australia: una nota multinazionale farmaceutica è stata autorizzata a irrorare due terzi del territorio australiano con un agente patogeno del colera geneticamente modificato.
Una inquietante notizia ci è arrivata dall’Australia, dove pare che sia imminente un’operazione di vaccinazione di massa della popolazione per mezzo di aerei.
Lo scorso 4 Dicembre i media australiani hanno infatti annunciato che la PaxVax, una nota industria farmaceutica specializzata nello studio e nella produzione di vaccini e avente sede legale a Menlo Park in California, ha richiesto ed ottenuto dal Department of Health Office of the Gene Technology Regulator (il dipartimento sanitario australiano preposto alle tecnologie geniche) di poter eseguire una sperimentazione su larga scala, una sorta di “immunizzazione di massa”, come i giornali l’hanno definita, mediante l’utilizzo di aerei equipaggiati con tecnologie di aerosol. Scopo ufficiale e dichiarato di questa operazione è la sperimentazione di un vaccino contenente il batterio del colera geneticamente modificato, un vaccino che sarebbe finalizzato quindi a combattere il colera.
Il Vibrio Cholerae è l’agente eziologico della gastroenterite nota come Colera, una patologia solitamente legata al consumo di acqua contaminata. Esso si trova generalmente in ambienti acquatici nelle zone tropicali e pare che sia stato isolato in alcune aree dell’Australia del Nord. Eppure questa operazione non riguarderà le limitare aree in cui tale agente patogeno è stato rilevato, ma interesserà gli interi stati del Queensland, del South Australia, del Victoria e della Western Australia, vale a dire oltre i due terzi dell’immenso territorio australiano. Resterebbero infatti esclusi dalla sperimentazione soltanto gli stati del New South Wales e i Territori del Nord, curiosamente proprio quelli dove il Vibrio Cholerae sarebbe stato individuato.
Il test avrà la durata di un anno e la stampa australiana rassicura la popolazione dichiarando che la PaxVax garantirà un certo numero di misure di controllo “per limitare la diffusione e la persistenza del vaccino transgenico al fine di non danneggiare la flora e la fauna delle aree interessate”.
Sembra fantascienza, ma purtroppo non lo è. Si tratta di una inquietante ed allarmante realtà.
Mi chiedo come sia possibile che le autorità politiche e sanitarie australiane abbiano concesso ad una multinazionale farmaceutica privata, per di più statunitense, di poter testare un vaccino “geneticamente modificato” su oltre due terzi del territorio australiano e con l’impiego di mezzi aerei.
Milioni di persone saranno esposte a questo agente patogeno geneticamente modificato che verrà irrorato dal cielo e che si depositerà ovunque, venendo assorbito anche dagli animali e dalla vegetazione e penetrando nelle falde acquifere.
Come rileva il sito Beforeitnews.com, già in passato negli Stati Uniti ed altrove sono state condotte svariate campagne per vaccinare il bestiame tramite la dispersione di involucri contenenti il “prodotto” che venivano dispersi da aerei. Ma in quei casi anche la popolazione fu “vaccinata” a sua insaputa. Questa volta invece pare che sia proprio la popolazione il vero obiettivo di questa “vaccinazione forzata”.
Sappiamo bene che, mediante l’irrorazione aerea, vengono costantemente diffuse da anni nei nostri cieli sostanze tossiche altamente inquinanti e metalli pesanti, e che questo avviene con la consapevole complicità delle nostre autorità politiche e sanitarie, che ne sono perfettamente al corrente e che fanno di tutto per nasconderlo all’opinione pubblica e ai mezzi di informazione. Temo quindi che, con la scusa dell’irrorazione per via aerea di presunti vaccini sperimentali, si stia tentando di dare una parvenza di legittimità alla dispersione aerea di qualsiasi altra sostanza, dal momento che questo intenso traffico aereo (formalmente non autorizzato) è ormai sotto gli occhi di tutti. Già nel 2006, in uno studio realizzato per la Yale School of Public Health da Michael Greenwood, intitolato “L’irrorazione aerea riduce efficacemente l’incidenza del virus del Nilo Occidentale tra gli esseri umani”, si tentava di convincere l’opinione pubblica dei presunti benefici a fini sanitari delle tecniche di aerosol. In questo studio infatti si affermava (sempre in relazione al virus del Nilo Occidentale) che “l’incidenza della malattia può essere significativamente contenuta attraverso lo spargimento aereo (sic!) di appositi antidoti su vasta scala”.
L’operazione in atto in Australia appare ancora più inquietante se si va a vedere che cos’è la PaxVax, una potente multinazionale farmaceutica che ha tratto enormi profitti negli ultimi anni dalla creazione e dalla commercializzazione dei vaccini per l’influenza aviaria e per altre presunte pandemie. Nella home page del suo sito si legge infatti quanto segue:
“PaxVax is a privately held, fully integrated vaccine company, based in Menlo Park, California, USA. Established in 2007, in response to the global threat of the H5N1 pandemic, our founders set out to develop and commercialize an innovative vaccine technology in a socially responsible manner for global impact. Our founding principles were to enable geographically distributed manufacturing of affordable, self-administered oral vaccines against infectious diseases such as influenza. Since then, we have expanded our capabilities and technologies to address unmet vaccine needs against endemic diseases in developing countries, for travelers to disease-laden areas and in biodefense. Our clinical stage portfolio today includes vaccine candidates for Cholera, Avian Influenza (H5N1), Anthrax, and HIV.”
Nicola Bizzi

IPad e McDonald per tutti, del resto, non preoccupatevi

 “Live fish swim against the stream, while dead ones float with it”. Non è solo colpa loro. Banchieri e politici non sono gli unici. Anche noi siamo colpevoli, colpevoli della […]



“Live fish swim against the stream, while dead ones float with it”.

 Non è solo colpa loro. Banchieri e politici non sono gli unici. Anche noi siamo colpevoli, colpevoli della nostra indifferenza, del nostro lasciar che le cose vadano come sono sempre andate, colpevoli della nostra insicurezza, della nostra paura, della nostra enorme, perenne passività, colpevoli della nostra sottomissione a re e regine, colpevoli e responsabili del nostro status di schiavi, mansueti spettatori della televisione, colpevoli d’avere un cervello e farcelo lavare ogni giorno.

 La crisi…  è colpa nostra. Politici e banchieri hanno avuto per anni, decenni, secoli, il gioco facile, ammaestrando ed addomesticando persone, città, popoli e nazioni, fino a renderci tutti la mandria di docili pecore che siamo oggi. Panem et circenses, Ipad e McDonald per tutti, del resto, non preoccupatevi, facciamo noi le politiche sociali, vi proteggiamo noi, vi insegniamo noi la storia, la geografia, l’economia e tutto quello che vogliamo che sappiate… e se vi comportate bene potete guadagnare un sacco di soldi e comprarvi la Bmw, i giocattoli e una bella casa prefabbricata all’Ikea.
La colpa è nostra, pecore!
Se volete che le cose vadano meglio, non aspettate che il politico di turno, l’ONU o qualsiasi altra organizzazione internazionale lo faccia per noi. E poi smettetela di investire, giocare in Borsa e aprire il conto in banca ai vostri figli.
Generazioni e generazioni di ribelli, rivoluzionari, guerriglieri a combattere contro un sistema che non andava e non va bene… s’è fatto qualcosa di più? No. Allora, quando cominceremo con la part-costruens? Quando cominceremo a fare ed edificare i pilastri della nuovo mondo? Quando smetteremo di scalciare e piangere come neonati e cominceremo a fare e costruire la nostra società, il nostro sistema tanto agognato, per cui ancora oggi ci limitiamo a scendere in piazza con cartelloni, pennarelli, fischietti e qualche molotov?
È ora di fare un ulteriore passo. È ora di crescere e smetterla di fare solo rivoluzioni, di partecipare a programmi televisivi con Santoro, dovete smetterla di sentirvi sollevati perché in Italia c’è gente come Travaglio o Grillo.
CONSUMISM
Fino ad oggi, abbiamo solo parlato e discusso su che cosa fa o ha fatto male questo o quel politico, questo quel banchiere. Sarebbe ora di fare qualcosa di più, di smetterla di leggere le cazzate che scrivono i giornali, di smetterla di lamentarsi, criticare e cercare un nuovo primo ministro che faccia andare le cose meglio… non è questa la strada, non serve nessun primo ministro. Avete capito? Comunque… non basta aver capito. È ora di fare di più.

Se vi sentite orgogliosi di scendere in piazza, scrivere sui muri, andare a tirare uova a Palazzo Madama o a scioperare, beh, è ora di fare di più.

Fatevi illuminare dal sole. Sorridete, riunite le forze, il mondo è di tutti e sappiamo bene quale sono le priorità. Facciamola finita con le ingiustizie, con la miseria, con i politici ed i banchieri, con la fame, con i soldi, con i lavori da schiavi.

Smettiamola e ricominciamo da capo. Questa volta, però, con coscienza e consapevoli dei nostri diritti e delle nostre responsabilità.

Siamo stati fin troppo pazienti. Conoscete il limite tra bontà, pazienza e stupidità? Ecco, siamo su quella soglia ed una buona parte della popolazione, purtroppo, si fa prendere in giro ogni giorno da anni ed anni ed anni.
BAMBINOSmettetela di sperare che Angela Merkel salvi l’Europa, Barack Obama porti pace e Coca Cola per tutti, il Papa accetti che scopare è sano e fondamentale,  che il Dalai Lama salvi il mondo, che le banche diventino etiche e non investano più di puttane, droga ed armi, che la crisi finisca grazie alle riforme di Mario Monti, che il gruppo Bilderberg e gli ideologisti nazi capiscano quanto malvagi e codardi siano.
Smettetela di sperare in tutto questo. Le cose cambiano se noi le cambiamo, nessun “rappresentante” o “funzionario” è più utile a questo mondo. Niente ONU, niente NATO, niente militari e niente sindacati, o siete ancora là, convinti che la NATO sia l’esercito dei buoni?

Inermi di fronte alla vostra stessa vita, forse siete sempre dermi là, a dire poveretti mentre i bambini dell’Africa cagano vermi e le mosche girano tutt’attorno.
Se qualcuno, uno solo, degli appartenenti al Gruppo Bilderberg, al Consiglio delle Relazioni Esteriori (CFR), alla Commissione Trilaterale, al Club di Roma, al Real Istituto di Relazioni Internazionali (Chatham House), al Consiglio delle Americhe, alle Nazioni Unite, all’OCSE od a qualsiasi altra organizzazione, avrebbe mai avuto interesse a fare qualcosa di buono per tutti e per costruire un mondo migliore, semplicemente l’avrebbe fatto e non avrebbe continuato a dirigere una guerra perpetua, non avrebbe ucciso e schiavizzato, non si sarebbe ingrassato tra una partita a golf e l’inaugurazione di una galleria di stronzate contemporanee a New York.
svegliatevi
Dobbiamo essere attivi e padroni della nostra vita, delle nostre città, delle nostre nazioni e del nostro mondo. Dobbiamo riversare impegno negli interessi comuni, che è la cosa più importante. Dobbiamo condividere, perché siamo un unico grande cervello, un unico grande cuore. Dobbiamo cominciamo a costruire.

Politici e banchieri lasciamoli soli. Lasciamoli soli. Un giorno, poi, ci chiederanno di poter giocare con noi, saranno loro i tristi, i depressi, i poveri,  i disillusi,… finalmente il sistema economico-finanziaro non esisterà più e la politica nemmeno, perché non avremo più bisogno di raccontarci bugie.
Dedico questo fiume di parole a tutti i giovani e vecchi che stanno morendo in questo preciso istante per difendere la libertà ed i propri diritti di uomini liberi. In tutto il mondo.

Matteo Vitiello 

Fonte:  www.buenobuonogood.com

Decretata la morte del Mediterraneo con l'affondamento delle armi chimiche siriane

Finalmente una bella notizia. Le armi chimiche siriane saranno trattate con l'idrolisi e poi affondate tra Malta, Grecia e Italia. Prima però saranno stoccate in Calabria, l'area a maggior rischio sismico e idrogeologico d'Italia che trema sotto i colpi del bombardamento chimico (chemtrails) e delle inzioni ionosferiche di onde Elf nella croista terrestre. 
Tranquilli: l'approdo dell'arsenale bellico sarà a Gioia Tauro, area di pertinenza esclusiva della 'Ndrangheta, la più pericolosa organizzazione criminale italiana al soldo spesso dello Stato tricolore per il lavoro sporco commissionato dai nostrani servizi segreti, come ha rivelato qualche anno fa un generale dei carabinieri (operativo nel servizio di intelligence) durante un'audizione sottoposta a segreto di Stato.
Un arsenale di bombe tossiche estremamente pericolose per l'ambiente, minaccia la salute pubblica e l'economia delle nazioni mediterranee. 
L'arsenale chimico della Siria inizialmente era destinato a essere neutralizzato in Albania ma, dopo le forti proteste pubbliche il governo di Tirana è stato costretto - suo malgrado rinunciando ad un cospicuo gruxoxletto in dollaroni dlelo zio Sam - a declinare l'offerta, e cosi questo arsenale proibito dalle convenzioni internazionali, delle normative nazionali nonché del buon senso biologico, sarà affondato nella zona di mare ad ovest di Creta, con la connivenza criminale delle autorità di Grecia, Italia e Malta. Tra l'altro in Europa è in vigore la Convenzione di Aarhus (ratificata in Italia con legge 108 nel 2001) che sulla carte dovrebbe consitirealle popolazioni interessate di arrestare questa pericolosa manovra degli Stati Uniti d'America
 Il primo allarme è stato lanciato dagli scienziati di Democritos (Centro Nazionale di Ricerca Scientifica) di Atene e del Politecnico di Creta che parlano di «completa distruzione dell'ecosistema e del turismo». Secondo il collaboratore scientifico di Democritos ed ex presidente dell'Unione dei Chimici Greci, Nikos Katsaros, «se una tale neutralizzazione delle armi chimiche verrà effettuata tramite il processo di idrolisi, si può parlare di uno scenario da incubo. Si tratta di un metodo estremamente pericoloso con conseguenze imprevedibili per l'ambiente mediterraneo e i popoli vicini». Questi effetti saranno la necrosi completa dell'ambiente interessato e l'inquinamento finale del Mediterraneo. Il pesce sarà avvelenato dalla contaminazione cosi come la popolazione che lo consumerà.    
Solitamente le sostanze chimiche vengono distrutte tramite combustione in aree specifiche dotate di opportune infrastrutture negli Stati Uniti,  Germania, Francia, Russia e Cina. In questo caso però, trattandosi di un problema politico, nessuno vuole assumersi la responsabilità. Così ricorrono al metodo di idrolisi in mare aperto nonostante, per ammissione indiretta dei nordamericani stessi, questo metodo sia particolarmente pericoloso: infatti, il mare Mediterraneo è stato scelto proprio perché chiuso. Di un grave rischio parla il professor Evangelos Gidarakos del Politecnico di Creta, che ha lanciato l'allarme alle indifferenti autorità elleniche:
«Queste sostanze chimiche sono miscele di sostanze pericolose e tossiche, che non sono in grado di essere inattivate in modo da non causare danni agli organismi viventi solo con questo metodo». 

Secondo annunci ufficiali, le armi chimiche, dopo essere trasportate dalla Siria, saranno caricate in Italia nella nave battente bandiera U.S.A. Cape Ray e saranno inabissate tra Malta - Libia - Creta. La procedura per la l’occultamento dell'arsenale chimico della Siria dovrebbe durare circa tre mesi. Non vengono forniti ulteriori dettagli.
Secondo il professor Gidarakos  «L'armamento chimico della Siria consiste di due parti. Esistono 1.250 tonnellate di armamenti 'principali' come i gas sarin e i gas mostarda ed altre 1.230 tonnellate di sostanze precursori che sono utilizzate per la fabbricazione delle armi vere e proprie. Queste sostanze, principalmente composti chimici di cloro e fluoro, sono di per sé altamente velenose e tossiche. E poi esiste una gamma di altre sostanze acquistate dalla Siria dopo l'embargo per cui sono sia di provenienza sia di natura ignota. Anche prendendo per buone le 1.500 tonnellate ufficialmente dichiarate, non credo che tutto possa essere concluso in soli tre mesi. Ci vorrà probabilmente il triplo di questo tempo, sempre che non succedano degli spiacevoli imprevisti Tutta questa storia ricorda molto un'operazione militare ed ha poco di scientifico». 

Il professor Gidarakos sostiene che l'idrolisi di tutto questo quantitativo pericoloso produrrà una terza componente tossica che sarà formata direttamente nelle acque marine. Perché l'idrolisi non è un processo sicuro in quanto produce anche degli scarti in forma liquida.
Per la cronaca, i sedicenti "Alleati" al termine della seconda guerra mondiale, in palese violazione della Convenzione di Ginevra, hanno affondato nel Mare Adriatico, nella acque territoriali della Puglia, su bassi fodnali, e nel gol,do di Napoli, nonché nei pressi dell'isola di Ischia,    migliaia di bombe caricate con aggressivi chimici  (iprite e fosforo).

Uno studio dell'Icram (oggi Isora) ha docuemntato l'inquinamernto dell'ecostemna marino e la penetrazione dei veleni nel ciclo bio,gico.  Inoltre, durante la guerra per disintegrare la Jugoslavia, la nato, cpmrpesa l'Italia che ha partecipato ai bimbardamenti con pri velivoli dell'Aeronautica militare, centinaia di ordsigni caricati uranio impoverito sono stati scaricati nell'Adraico in 24 aree dal goldo Trieste al canale di Otranto. Tutte queste aree marine, nonostante le promesse della Nato e del governo italiano a guida del centro sinistra, non sono mai state bonificate.
I popoli del Mediterraneo, in primis quello italiano (se ancora si può definire tale) hanno il diritto e il dovere di impedire al governo terroristico degli Stati Uniti d'America di portare a compimento questo crimine contro l'umanità,  altrimenti sarà la morte certa per il Mare Nostrum. 


Fonte: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it

lunedì 6 gennaio 2014

Lo strano gioco delle "Carte degli Illuminati"




Qui sopra una immagine della stazione HAARP a Gakona (Alaska) considerata da molti (persino dal presidente del Venezuela Chavez, che non è per questo un nostro beniamino) responsabile dell'innesco di terremoti artificiali e causa di alterazioni climatiche e meteorologiche attraverso l'emanazione di intensissimi fasci di radiazioni elettromagnetiche.




E adesso guardate questa carta del gioco degli Illuminati (Illuminati card game) dal titolo Earthquake Projector (letteralmente "Proiettore di terremoti"), con raffigurato in basso un apparecchio per generare terremoti.




Altra carta del medesimo gioco è Nuclear Accident, ovvero Incidente Nucleare. Ogni riferimento alla tragica fuoriuscita di materiale radioattivo dalla centrale di Fukushima in seguito al devastante terremoto a qualcuno potrebbe anche sembrare puramente casuale.



Del resto nel mazzo delle carte troviamo anche Earthquake, ovvero Terremoto.




Ed anche Combined Disaster, ovvero Disastri Combinati. Notiamo pure che in tale carta compare un torre molto simile, se non identica, a quella della Wako clock tower di Tokyo, quartiere di Ginza (però sappiamo bene che il sisma, almeno questa volta, non ha colpito Tokyo né ha fatto crollare la torre, però potrebbe essere un riferimento ad un terremoto in Giappone ... quello recente del marzo 2011 o un'altro futuro? Da notare in ogni caso l'orario segnato dall'orologio, ovvero 11 e 11 minuti, allusione al terremoto in Giappone dell'11 marzo 2011? O all'11 come segnale caratteristico usato dall'élite per firmare i suoi atti scellerati?).



Fra le carte del mazzo ce n'è una dedicata specificamente al Giappone, però non sembra legata al terremoto, ma piuttosto al ruolo del paese orientale nella produzione e nella tecnologia dei computer.

Molto più interessante è invece una carta denominata ATOMIC MONSTER, che ad un primo sguardo sembra solo riferiris a Godzilla, però se guardiamo bene ... innanzitutto il film Godzilla ha radici in Giappone (Godzilla è un mostro simbolo del cinema fantastico giapponese), e poi nella carta si fa esplicito riferimento alle centrali nucleari, ed alla distruzione di località costiere, ad un attacco che è particolarmente intenso se effettuato contro il Giappone o la California. 
Da notare che il film Godzilla lega gli USA dove è stato ambientato il remake del film, al Giappone, ove era ambientato l'originale: dobbiamo temere un prossimo terremoto artificiale in California? Temo proprio di sì, anche perchè l'instabilità tettonica di quella zona è così alta che basta poco per scatenare artificialmente un disastro senza precedenti, ma è da notare anche la similitudine della nube radioattiva di questi giorni che dal pacifico va verso gli USA, col percorso di Godzilla che, originatosi da un esperimento nucleare nel Pacifico del Sud si dirige verso gli Stati Uniti finendo a New York.



E non dimentichiamoci che nel mazzo di carte c'è la carta Oil spill, ovvero fuoriuscita di petrolio, che ricorda un po' troppo quanto successo di recente nel golfo del Messico. Notare la somiglianza con l'immagine presa a simbolo del disastro del Golfo del Messico nell'aprile del 2010.




 Nel mazzo di carte di questo "strano" gioco troviamo anche le carte crisi energetica (che stiamo iniziando a sperimentare con la guerra in Libia e le rivolte nel mondo arabo?).

Ad ogni buon conto c'è anche la carta della rivoluzione, che sembra adombrare proprio tali rivolte fasulle, artefatte.




.Semiconscious Liberation Army e Martial Law - La prima potrebbe riferirsi alle organizzazioni di lotta armata degli anni di piombo, allo estremismo religioso o ad alcuni gruppi armati indipendentisti tuttora esistenti. Tuttavia il malcontento sociale è in netta crescita in mezzo mondo, e la passività della politica sembra sottintendere che la 'rivolta' possa essere avallata e perfino istigata dai burattinai. Se scoppiasse il caos sociale in occidente verrebbe immediatamente istituita la legge marziale, ed introdotte nuove e più drastiche limitazioni delle libertà individuali, come sempre 'giustificate' dagli eventi.






Antitrust Legislation - Qui addirittura viene prospettata la fine del liberismo e la instaurazione di un regime economico dai connotati 'sovietici'. Si era in piena guerra fredda, dunque anche in questo caso non è che ci volesse un genio per ideare una simile situazione. Più strano è dover prendere atto che ciò che ai tempi della uscita del gioco, agli albori della presidenza Reagan, poteva sembrare pura fantascienza, sta oggi lentamente trasformandosi in realtà. Allo accentramento politico degli ultimi anni sta infatti facendo da contrappunto quello economico. Accorpamenti, scalate e acquisizioni stanno trasformando il libero mercato in un cartello di poche mega-corporazioni onnicomprensive, che magari un giorno si fonderanno per diventare un unico ente.









Poi abbiamo la manipolazione mentale con la televisione (che incanta non solo per la demenzialità dei programmi, ma anche tramite l'uso di particolari frequenze che manipolano la mente?), l'uso del fluoro per scopi di manipolazione mentale.







La carta Messia sembra possa alludere al progetto Blue Beam, ovvero all'apparizione del falso Messia, magari tramite ologrammi o altri ritrovati tecnologici che sarebbe possibile utilizzare grazie ad un cielo saturo di particolato rilasciato dalle scie chimiche.




L'impatto di una meteora è uno degli eventi catastrofici più paventati sia dalla scienza ortodossa che da quella non convenzionale. Si tratta di una situazione facilmente simulabile con il supporto dei media e della tecnologia, dunque passibile di mistificazione.



 

Al momento non esiste una carta che descriva un solenne primo incontro ufficiale tra umanità ed alieni. Abbiamo però queste carte:

Ed agli aerei che modificano il tempo meteorologico (scie chimiche?) è dedicata un'apposita carta.

Poteva mancare una carta sulle false pandemie (ricordate l'influenza suina ed i relativo tossico vaccino)?




E poi abbiamo le due carte più precise nella loro apparente previsione di eventi futuri, quelle relative all'11 settembre del 2001: l'attacco al pentagono e la caduta delle torri del World Trade Center. Da notare che il gioco di carte in questione fu realizzato molti anni prima di quegli avvenimenti, ovvero negli anni '80 del secolo scorso, come conferma persino il sito wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Illuminati_%28game%29), che taccia di paranoia coloro che parlano di cospirazioni, e come potete trovare scritto nella pagina ufficiale del gioco che riporta la data del 1987 per la realizzazione della versione deluxe del gioco.






Ma come mai questa ultima carta ha come titolo "Terrorist Nuke" ovvero attacco terroristico nucleare? Forse perché l'uso di mini congegni nucleari potrebbe spiegare i casi di leucemia (tipica malattia da radiazioni) tra il personale che ha prestato soccorso a Ground Zero, ed anche il fatto che Ground Zero significhi in inglese il punto di detonazione di un ordigno nucleare. A tal proposito consiglio la lettura dell'articolo 11 settembre la terza verità.

Insomma, sono davvero tutte coincidenze casuali? Difficile pensarlo, anche perchè se guardiamo tutte le carte possiamo osservare molte altre rivelazioni. Ad ogni modo se volete guardarvi tutte le carte del gioco potete seguire il seguente link: buona visione.


Fonti: http://scienzamarcia.blogspot.it ; http://www.anticorpi.info