di Gianni Lannes
Di naturale c'è niente. Si tratta di
attività sismiche indotte dai riscaldatori ionosferici in uso alle forze
armate degli Stati Uniti d'America che stanno procurando disastri in
gran parte del mondo, scagliando energia elettromagnetica contro le
faglie sismiche attive: Iran, Usa, Messico, Venezuela, Cile, Giappone,
Grecia, Nuova Zelanda, Romania, Egitto, Spagna, Turchia, Cipro,
Filippine e soprattutto Italia.
E' in atto una guerra ambientale non
convenzionale e non dichiarata, vietata dalla Convenzione internazionale
Enmod in vigore dal 1978.
Oggi nel Belpaese, tanto per fornire un
esempio calzante, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha
registrato soltanto dalle ore 13:30 alla ore 16:40, ben 20 venti scosse
nelle seguenti regioni: Piemonte, Toscana, Umbria, Marche e Basilicata.
Tutte ma proprie tutte le aree colpite presentano ipocentri
superficiali, ossia dai 4 ai 23 chilometri di profondità. Addirittura il
16 dicembre 2013 è stata registrata nel Golfo di Napoli una scossa con
ipocentro a zero chilometri (caso unico al mondo). Ergo: la Natura non è
responsabile delle azioni criminali dall'uomo in divisa e doppiopetto
ordinate dai maggiordomi di Washington.
Se si estende l'analisi del predetto
fattore ipocentro, dal 1999 ai giorni nostri si accerta
inequivocabilmente che, appunto, il 99 per cento dei terremoti che hanno
colpito l'Italia vantano una profondità "rasoterra" (per usare un
eufemismo), indice di una matrice artificiale, ovvero indotta da
attività bellica.
Non a caso, qualche giorno prima del
catastrofico terremoto a L'Aquila mandato in onda il 6 aprile 2009 alle
ore 03:32:39, le autorità del governo italiano hanno segretamente
sgomberato la sede centrale della Protezione civile a L'Aquila nonché la
prefettura, mentre al contempo fino all'ultimo istante avevano
raccomandato la popolazione civile di restare nelle proprie case.
Non dimentichiamo che il governo Usa è
responsabile unitamente a quello italiano di una strage di civile inermi
ed ignari: ben 309 persone sono state assassinate in quella tragica
occasione. Ora, stanno tentando di replicare su più ampia scala quel
genocidio, dopo la prova dell'anno scorso in Emilia.
Il Sud Italia sarà la prossima vittima,
come hanno già previsto gli esperti dello Stato tricolore. Se per la
scienza i terremoti sono imprevedibili come avranno fatto gli addetti ai
lavori italidioti a sapere come, dove e quando? Forse, sono stati
dotati in tutta fretta, di una sfera di cristallo dai potenti padroni, pardon,
alleati? E i pennivendoli a buon mercato hanno sempre il ruolo di
confondere le acque, spargere menzogne e aggredire sgangheratamente chi
denuncia la situazione.
La scienza assoggettata al potere dominante. Oltre
agli esperimenti militari coperti dal segreto
di Stati, c'è qualcos'altro di inquietante. Provocare onde sismiche con
enormi quantità di dinamite, collocata in
mare e nel sottosuolo, solo per vedere l’effetto che fa. In un'area
notoriamente sismica non desta sospetti: male che vada è stata la
natura. L'ignoranza spesso prevale nel senso comune. Chi osa mettere in
dubbio le attività scientifiche? Anonimi ed ignoti mi hanno invitato a
tenere la
bocca chiusa e ad occuparmi di altro, mentre qualche noto esperto,
all’ultimo
momento ha ritrattato dichiarazioni compromettenti (registrate consensualmente ed a me offerte
spontaneamente). Altri mi hanno perfino minacciato di chissà quali
conseguenze se solo avessi osato parlarne pubblicamente. Bene, hanno fatto male
i loro calcoli e non mi hanno impressionato.Questa verità indicibile va raccontata, non è possibile occultarla. Sono un
uomo, prima di essere un giornalista ed uno scrittore: non posso tacere.
Ecco le premesse.
ESC è l’acronimo di European Seismological
Commission. La Commissione Sismologica Europea è nata a metà degli anni ’50 sotto
l’impulso del Governo degli Stati Uniti d’America, usufruendo di finanziamenti
a stelle e strisce ed unità navali della Nato (alla voce Saclant). Inizialmente
furono usati i residuati bellici messi a disposizione dai governi anglo-americani.
A quel tempo in Italia fu creato il Gruppo Grandi Esplosioni, che appunto, ha
utilizzato enormi cariche di esplosivi - dal 1968 al 1998 - per portare a
termine le esplorazioni sismiche in mare e sulla terraferma e tracciare
profili. Tale attività ha provocato sismi artificiali. In ragione della
perdurante congiura corporativa l’opinione pubblica non ha mai saputo niente.
Nell’ambito della ESC per decenni è stata attiva la sottocommissione SC-D (Deep
Seismic Sounding), coordinata a livello nazionale dal Gruppo Italiano Grandi
profili, che comprendeva le seguenti istituzioni: Osservatorio Geofisico Sperimentale
di Trieste, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituti di Fisica Terrestre delle
Università di Milano, Trieste, Genova, Napoli, lecce, Cosenza, Catania, Palermo,
Osservatorio Vesuviano di Napoli. Le attività sperimentali sono state riportate
in appositi Activity Reports Ecco
cosa si legge a firma del professor Carlo Morelli, in un rapporto intitolato “An
historical perspective to the CROP Project” (Una rassegna storica del Progetto
CROP):
«Per l’attività promozionale ed operativa del neo-costituito
(1958) OGS e con la partecipazione attiva degli Istituti universitari e CNR
(dal 1968), si è sviluppata in Italia nell’immediato dopoguerra un’attività di
ricerca coordinata per lo studio della crosta intermedia e profonda, con i
metodi della sismica attiva. Dal 1956, per rispondere anzitutto alla richiesta di
collaborazione internazionale, le ricerche hanno interessato dapprima le Alpi,
estendendosi poi a tutta la Penisola ed ai mari circostanti, ed integrate con
gli altri metodi geofisici pertinenti (gravità, geomagnetismo, flusso di
calore). Fino al 1986 sono stati così osservati in terra 21.160 km di profili
di Sismica a Rifrazione Profonda (DSS) ed in mare 40.000 km di Sismica a Riflessione
(MS), che hanno consentito una prima conoscenza regionale della crosta. Lo
sviluppo a cura di un Consorzio di Università americane negli anni ’70 dei
metodi della sismica a riflessione in terra per renderli idonei anche alle grandi
profondità con i dettagli necessari (COCORP; BARAZANGI & BROWN, 1986), ha
indotto il Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida (GNGTS) del CNR a
proporre (1985) il Progetto CROsta Profonda (CROP), indicato in figura 3 e realizzato
dal 1986 al 1991, con la partecipazione anche dell’ENI e dell’ENEL».
Attualmente le tecniche esplorative si sono raffinate:
oltre agli esplosivi utilizzano in mare i cannoni Air Gun che qualche anno fa
hanno provocato la morte per “embolia gassosa a livello coronarico” di ben
sette capodogli nel Mare Adriatico.
Ho cominciato a scavare ed scovato il coinvolgimento
diretto in queste imprese addirittura di una delle più potenti multinazionali
degli armamenti: si tratta della Raytheon.
Ricostruendo le numerose campagne di sismica crostale
in Italia ho rilevato alcune particolari coincidenze con eventi sismici che
hanno provocato la morte di migliaia di persone ignare. Qualche documentato esempio: Friuli Venezia Giulia
(1976) ed Irpinia (1980). Nel rapporto denominato L’esplorazione sismica profonda in Italia: dati “Deep Seismic Sounding”
(autori: Ferrari R., Miglioli P.L., Maistrello M., de Franco R., Corsi
A.) sono
presenti due mappe della Penisola italiana che evidenziano parecchi
esperimenti:
con linee e punti di scoppio in mare e sulla terraferma. Recenti
ricerche di biologia marina hanno evidenziato la presenza di TNT nella
fauna del mare.
Se
i terremoti sono imprevedibili, come sostiene a spron battuto la
scienza in materia, allora come ha fatto il professor Enzo Boschi (ras
per decenni dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia,
condannato recentemente dal Tribunale di L'Aquila a 6anni di reclusione
per la strage del 6 aprile 2009) a prevedere quello disastroso in
Sicilia il 13 dicembre 1990?
E’ doveroso che la magistratura quanto prima apra un’inchiesta su
tutte queste attività coperte dal pretesto scientifico, perché le conseguenze
non sono mai state valutate. E come disse il Presidente della Repubblica Sandro Pertini il 25 novembre 1980, sulle rovine del terremoto in Campania, «il modo
migliore per ricordare i morti è quello di pensare ai vivi».
http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/periodicitecnici/memorie/memorielxii/crop-1-morelli.pdf
ITALIA: ESPERIMENTI DI TERREMOTI ARTIFICIALI
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esperimenti per scatenare terremoti: linee di scoppio! |
Chi
sa tace. Però... il muro di gomma inizia a sgretolarsi. A partire dal
1956 la NATO, ed i governi USA & Italia hanno concesso ai cosiddetti
scienziati enormi quantitativi di residuati bellici per fare
esperimenti sui terremoti!
La
popolazione italiana, tuttavia, non è mai stata né avvertita né
informata. E non sono mai stati approntati piani di sicurezza operativa
durante e dopo le prove. I luminari della sismologia tricolore - spesso
baroni universitari - non hanno mai stilato piani di sicurezza e
valutato le conseguenza di tali azioni di "ricerca".
Un
altro fatto incontrovertibile: è sotto gli occhi del mondo: la scienza è
assoggettata al potere politico, militare ed economico!
Belice
(1968), Friuli (1976), Irpinia (1980): terremoti disastrosi che hanno causato
migliaia di vittime e distruzioni. Dietro c’è la mano dell’uomo? In ogni caso
per ragioni di cosiddetto “studio” alcune università ed il Cnr hanno praticato un’attività
scientifica con impatti devastanti sugli equilibri naturali. Un gruppo di “ricerca
scientifica” che ha usato per decenni quantità gigantesche di esplosivo
convenzionale per scatenare sismi, senza particolari accorgimenti precauzionali
e addirittura senza alcuna valutazione di impatto ambientale.
Ecco
le rivelazioni del professor Ignazio
Guerra, docente di sismologia del dipartimento di fisica dell'Università della
Calabria. Alla luce di quanto emerso adesso, sarebbe opportuna un'accurata indagine giudiziaria senza sconti a nessuno.
I reati di strage non vanno in prescrizione. Tanto per appurare responsabilità
e conseguenze.
Professor Guerra esistono
i terremoti artificiali?
Guerra:
«I terremoti artificiali vengono provocati in maniera industriale a scopo di
ricerca scientifica e ricerca mineraria. A scopo di ricerca scientifica, una
volta abbiamo programmato una esplosione di cariche di dinamite da dieci
tonnellate, nel Golfo di Taranto perché al momento dello scoppio programmato,
una serie di persone con i sismografi portatili erano posizionate ogni 10-20 km
lungo la linea che unisce l’Italia alla Yugoslavia, e questo nel 1973, in modo
da registrare le onde sismiche prodotte dai terremoti artificiali. Abbiamo realizzato
tanti altri esperimenti di questo genere anche sulla terraferma usando camion
imbottiti di dinamite. Si scavano buche profonde anche 150 metri nel sottosuolo e si
riempiono di candelotti di dinamite avvitati l’uno sull’altro, registrando con sismografi l'effetto dell'esplosione».
Chi
ha eseguito questo genere di sperimentazione?
Guerra:
«Il “Gruppo Esplosioni” di cui io ero stato uno dei padri fondatori,
sponsorizzato dal CNR, a scopo di ricerca scientifica. Questa linea di ricerca
che ormai è ormai obsoleta, veniva anche detta della “sismica a rifrazione
profonda” o D.S.S. che è l’acronimo Deep Seismic Soundings. Nel 1975 siamo
andati a fare degli scoppi a sud ed a nord dell’Himalaya, siamo stati anche in Pakistan
a fare terremoti artificiali».
Perché
interventi così intrusivi e pericolosi?
Guerra:
«I terremoti, che la gente normale vede soltanto come causa di preoccupazione,
in realtà, per gli studiosi, sono anche uno strumento di lavoro e sono tanto
utili che quando non ci sono li provochiamo artificialmente . Dopo il 1974,
chiamammo il Gruppo Esplosioni, “Gruppo grandi profli sismici” e c’eravamo noi
dell’Osservatorio Vesuviano, il Laboratorio della geofisica e della litosfera
di Milano, l’Università di Trieste, l’Osservatorio di geofisica e sperimentale
di Trieste ed eravamo un gruppo di ricerca che chiedeva ed otteneva. Quello che
sappiamo oggi sull’Italia deriva anche da questi profili che noi abbiamo
esplorato negli anni Settanta ed Ottanta».
Quando
si provocano terremoti artificiali viene avvisata la popolazione?
Guerra:
«No! Lo sa chi lo deve sapere. Quando facevamo le prove c’era qualcuno che
andava a contrattare con il proprietario del terreno scelto e si chiedeva di
fare un buco dal quale caliamo delle cariche di dinamite, in cambio
del pagamento del raccolto dell’anno. Ovviamente siccome trasportavamo grosse
quantità di esplosivo bisognava anche rispondere a delle regole come informare
dell’itinerario, dell’orario. Ma non eravamo tenuti ad avvisare la
popolazione».
Tali
cariche esplosive in mare e nella terra hanno causato inquinamento ambientale?
Guerra: «Beh, quando si sparavano cariche di qualche
tonnellata certamente si, è uno dei motivi per cui questa linea di ricerca
dagli anni ‘85-’86 è stata abbandonata».
Attualmente
quali sono i processi che vengono attuati?
Guerra:
«C’è stato un progresso tecnologico molto spinto. Oggi le esplosioni che si
fanno con la sismica in acqua sono molto meno potenti specie quando si va su
acque profonde. Si ha una esplosione mediamente ogni 20 secondi anticipati da
cariche piccole per allontanare la fauna. Ed in questo caso si arriva a
fotografie del sottosuolo davvero eccezionali. Questa tecnica si chiama della
sismica a riflessione con molti scoppi ravvicinati. Nella sismica a rifrazione
le onde si rifrangono e risalgono in superficie ma le misurazioni sono meno
precise».
http://reward.mi.ingv.it/dol98_cilea.pdf
Fonte: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it