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venerdì 31 gennaio 2014

Cala la ghigliottina sul Parlamento italiano

Cala la ghigliottina sul Parlamento italiano


La notte della Repubblica nata dalla Resistenza è inizata e non se ne vedrà per lungo tempo la fine, visto com'è ridotta la capacità di pensiero, organizzazione, opposizione del movimento operaio italiano.

Laura Boldrini, osannata come rappresentante di una sinistra "umanitaria" e dal volto presentabile, ha per la prima volta nella storia utilizzato "la ghigliottina" - appunto - ovvero quel meccanismo regolamentare che consente la chiusura "di autorità" del dibattito alla Camera pur di evitare la decadenza del decreto legge in discussione. C'è una certa ignobile coerenza tra la storia della presidente della Camera, eletta "in quota Vendola", e questo gesto che decreta la subordinazione del Parlamento - del potere supremo in una democrazia liberale, il legislativo - al potere esecutivo. La signora Boldrini viene infatti dal quel mondo di "Ong" e istituzioni internazionali (Onu, per esempio) che ha coltivato e allenato un vero e proprio "ceto politico apolide" che - rigettato all'interno del paese di provenienza - si adatta perfettamente a fare da terminale per gli input politici della borghesia multinazionale.

Il decreto in "discussione" era come al solito, di questi tempi, uno zibaldone di misure spurie, riguardanti numerose materie stralciate o corrette dalla "legge di stabilità", l'attuale nome della finanziaria. Spiccava la norma che consente la "rivalutazione" delle partecipazioni azionarie nella Banca d'Italia, che non è, come comunemente si crede, un "organo dello Stato", ma una società per azioni distribuite fra una serie di banche private.

Fin quando il pacchetto azionario era posseduto dalle cinque "banche di interesse nazionale", si poteva legittimamente dire che la Banca di'Italia era di fatto una parte delle istituzioni pubbliche; particolarmente rilevante per il fatto di battere moneta e applicare le politiche monetarie del paese.

Con "il divorzio" tra Bankitalia e Tesoro - deciso da Andretta ormai negli anni '80 - le politiche monetarie divennero competenza di un organo solo formalmente "indipendente", ma cessò la possibilità per via Nazionale di partecipare alle aste dei titoli di Stato, cosa che garantiva un prezzo sempre abbastanza alto e quindi rendimenti - cedole per gli investitori - relativamente basse. E che contribuiva a tenere in relativo ordine i conti pubblici.

Si è andato da allora allargando lo "spread" che ha portato gli interessi sul debito pubblico al vertice delle spese effettuate annualmente dallo Stato. Spese peraltro non "tagliabaili" perché derivante dagli andamenti "del mercato", non dalla decisione politica.

In più, con l'eliminazione dell'Iri e altre privatizzazioni (effettaute dal primo governo Prodi), le cinque banche di "interesse nazionale" vennero privatizzate. Le fusioni successive le hanno ricondotte tutte sotto l'egida di Unicredit e Banca Intesa. La rivalutazione delle quote stabilita nel decreto porta così 7,5 miliardi "freschi" nelle principali banche italiane. Più che un regalo, un'elargizione principesca in tempi di fame incipiente per oltre metà della popolazione (le famiglie che vivono conmeno di 2.000 euro al mese). L'Istituto è infatti autorizzato ad aumentare il proprio capitale mediante utilizzo delle riserve statutarie all'importo di 7,5 miliardi di euro. A seguito dell'aumento, il capitale sarà rappresentato da quote di nuova emissione, pari a 25.000 euro ciascuna (anziché 20.000, come previsto dal testo originario; solo 6 miliardi, evidentemente, sembravano pochi).

Le banche italiane, specie le principali, ne avevano un disperato bisogno. Dall'inizio dell'anno è infatti inziato il trasferimento dei compiti di "sorveglianza" da Bankitalia alla Bce. Molte di queste banche non hanno un buon equilibrio tra depositi e "attività rischiose", o addirittura "crediti insegibili"; quindi questa iniezione di denaro  (basterà riportare a bilancio la quota posseduta in Bankitalia come un "attivo", con un semplice cambiamento del valore indicato) fungerà da gerovita per bilanci invece semidisastrati. L'Unione Europea, però, non può che appaludire. L'eventuale dissesto, in sede di verifica dei conti, di "banche sistemiche" come Intesa e Unicredit avrebbe conseguenze pesanti su tutto il sistema finanziario continentale. Con riflessi negativi anche sull'accelerazione imposta alla costruzione dello "stato unitario" mediante trattati sempre più stringenti.

Incredibile anche la motivazione con cui il governo Letta ha preteso che il dibattito parlamentare venisse "ghigliottinato": se non fosse stato approvato entro la mezzanotte, infatti, i proprietari di case - quasi l'80% delle famiglie - avrebbe dovuto pagare la seconda rata dell'Imu cancellata dalla "legge di stabilità". Insomma, per evitare una figura di merda a un governo di pasticcioni che hanno trasformato la normativa fiscale sulla casa in una giungla impenetrabile anche per gli addetti ai lavori, viene decretato che "la discussione parlamentare" è un lusso che "il paese non si può più permettere".

A noi sembra chiaro - senza voler essere per forza "maligni e prevenuti" - che una motivazione così ridicola a uno strappo istituzionale così violento, non possa che fare da precedente - al pari del "modello Marchionne" o del "piano Electrolux" - allo svuotamento degli assetti costituzionali repubblicani. Non mancheranno mai, infatti, ragioni più serie per chiedere il calo della "ghigliottina" su ogni discussione problematica per il governo. L'Unione Europea, a questo punto, dispone del Parlamento "italicum" come di una amministrazione provinciale. Basterà invocare i motivi di "necessità e urgenza" e mai nessun decreto - soprattutto quelli miranti a far rispettare gli oblighi comunitari - potrà più essere ostacolato.

La battaglia parlamentare è stata condotta dai soli deputati "pentastellati". Ma non è possibile definire neppure costoro "difensoti della Costituzione". Nel suo consueto post quotidiano, infatti, il padrone assoluto del M5S - Beppe Grillo - inneggiava al "piano Electrolux", giustificando le scelte di quella come di altre aziende che si preparano a fare altrettanto, come una conseguenza del "costo del lavoro" e delle tasse "troppo alte".


La "notte della Repubblica" è iniziata. Lo Stato che abbiamo di fronte si chiama ora Unione Europea ed è espressione diretta, senza intermediati istituzionali dotati di legittimità democratica, del capitale multinazionale, in primo luogo finanziario. E sarà meglio pensare a come organizzare la Resistenza senza guardare a chi siede in un Parlamento che conta meno di una cooperativa in liquidazione.

Ecco il video della rissa finale.

Fonte: www.contropiano.org

La gravissima vicenda della privatizzazione di Bankitalia

bankitalia-1Tutti ricordiamo il tormentone Imu sì-Imu no, una bolla mediatica che ha accompagnato la vita politica istituzionale per metà 2013. È stato sostituto, sempre con Silvio protagonista (complimenti, anche vicino al sarcofago riesce a condizionare i nanerottoli politici di via del Nazareno) dall’altra bolla mediatica, quella della legge elettorale.

Bene, immaginate che casino succederebbe se qualcuno grosso, qualcuno di importante, volesse imporre una bella patrimoniale, di quelle toste. Già, immaginate il coro dei Roberto Speranza, uno che la parte l’ha imparata presto: “irresponsabile”, “populista” etc., e i sottili distinguo dei sindacalisti gialli Camusso e Landini sulla patrimoniale.

Il problema, non proprio leggerino, è che la proposta di una forte patrimoniale per l’Italia, sempre per il rigore dei conti pubblici, non l’ha avanzata qualche populista ma la Bundesbank. Eh sì. Era in prima pagina due giorni fa sulla Handelsblatt e su Die Welt, edizione online di entrambe le testate.

Così, mentre le prime pagine dei giornali italiani sono rigonfie di cose inutili, la banca centrale del principale paese dell’eurozona ha chiesto per noi una bella stangata (non esiste legge elettorale che risolva il problema della rappresentanza e dei processi decisionali. Ma da prima dello scioglimento del Pci i “riformisti” hanno provato questa droga del politico detta "legge elettorale", e non hanno più smesso...).

D’altronde, con un’economia paralizzata cosa credete che voglia il grande fondo estero, come garanzia, per comprare i nostri titoli? Ma i nostri patrimoni! Grandi e piccoli che siano, basta non averli alle Cayman (come lo sponsor di Renzi). Così vuole la Bundesbank.

E che rapporto c’è tra queste necessità della Bundesbank e il decreto Imu-Bankitalia presentato
furbescamente alla televisione e alle camere? Se qualcuno crede che le comparsate della Boldrini servano per garantire il rispetto alle istituzioni, viva il suo Nirvana e non proceda oltre nella lettura. Sennò ascolti un dettaglio. Prima di tutto mettere l’Imu nel decreto è costruire un cavallo di Troia (absit injuria verbis) per far passare tre perle:

1) L'aumento dell'acconto Ires.

2) La “sanatoria” sul gioco d’azzardo, che è un regalone a tutte le agenzie che dovevano somme astronomiche allo Stato.

3) La sterilizzazione del potere di veto del ministero dei beni culturali e (sic) del Ministero dell’Ambiente sulle dismissioni (e vai con nuovi ecomostri).

E qui arriva la perlona contenuta nel decreto Imu che prende anche il nome del gioiello, diventando decreto Imu-Bankitalia. Cosa prevede il gioiello?

1) La legittimazione della proprietà privata dell’ente che solo nominalmente resterà pubblico (nomina del governatore, vero Re Pipino della situazione)

2) L’impossibilità del potere pubblico di poter dire alcunché sulla compravendita delle quote di Bankitalia (quindi se qualcuno o qualcosa che ha interessi che non coincidono con quello nazionale prende piede in Bankitalia, il pubblico non può porre veti. Solo per questo Napolitano meriterebbe l’impeachment, altro che...)

3) Si apre legalmente la strada ad un patto di sindacato, esplicito o occulto, dove una serie di soggetti finanziari che entrano nelle banche italiane fanno cosa gli pare di Bankitalia (guarda caso tre giorni fa qualcuno ha fatto la spesa con i titoli bancari italiani che sono andati anche a -16 in una seduta).

4) Le privatizzazioni possono essere pilotate da questo patto di sindacato ormai legittimabile da questo decreto (vedi vicenda Cassa depositi e prestiti).

5) Il patto di sindacato (cioè l'insieme delle regole volte a determinare l'assetto della proprietà di una società), possibile e sostenibile da hedge fund che hanno un portafogli largo quanto il nostro Pil, può a questo punto controllare l’oro di Bankitalia a sostegno dell’euro. Proprio come desidera la Bundesbank. E ce la vedete questa nuova Bankitalia, in mano a tutti fuorché all’Italia, opporsi nel caso alla patrimoniale come desiderata dalla Bundesbank? "Ragassi" - avrebbe detto il povero Bersani - “Sciamo in Europa..”.

A questo punto anche un elettore di centrosinistra, cioè uno che in politica fa uso di droghe nemmeno tanto leggere, capisce la verità. Che la “crescita” non esiste, non ci sarà. Ma solo un periodo di estrazione di risorse da questo paese. Fino a quando non ci sarà nulla da estrarre e i nostri giovani accetteranno salari da 250 euro il mese, competitivi con l’Ucraina che spinge per entrare in Europa a costo della guerra civile, facendosi prendere per fame. in un paese dai prezzi tedeschi causa tasse e balzelli.

Tutto questo ha un nome nei manuali di concorrenza economica. Si chiama strategia del “Beggar thy neighbour”. Ovvero: porta il tuo vicino a mendicare. Ci guadagnerai un sacco. Specie se nel paese del tuo vicino ci sarà qualche servo che dà del populista e dell’irresponsabile a chi si opppone al saccheggio.

Link: Bankitalia, una privatizzazione che incatena l'Italia all'euro

La proposta della patrimoniale della Bundesbank è all'opposto della patrimoniale "de sinistra". Si tratta semplicemente di tassare e spedire in Germania. "Prima" deportavano uomini e ricchezze e mettevano tutto nei vagoni piombati. Ora sono solo interessati alle ricchezze, ma senza disturbare il traffico ferroviario.

Fonte: www.senzasoste.it

martedì 28 gennaio 2014

I Padroni del Mondo e la Sovranità Monetaria

 



I Rothschild sono una delle famiglie più potenti al mondo (nel mondo economico la più potente); di origine tedesca, detiene la MAGGIORANZA dei due istituti Privati Bancari che conosciamo, la FED e la BCE.

Ma procediamo un passo per volta e vediamo chi sono questi istituti Bancari Padroni del Mondo!
FED
La Federal Reserve è una Banca Privata, posseduta da azionisti privati di cui i Rothschild sono i maggiori proprietari ed il cui scopo finale è il lucro.
La FED fu istituita con l'approvazione del Federal Reserve Act del 23 dicembre 1913 dal Congresso degli Stati Uniti. L’iter legislativo avvenne in modo “anomalo”, la Camera dei Rappresentanti aveva approvato il Federal Reserve ACT, ma l’atto stava avendo delle difficoltà nell’approvazione da parte del Senato; era il 23 dicembre 1913, quando la maggior parte dei membri del Congresso avevano già lasciato Washington per le vacanze natalizie e secondo le leggi americane, quando vi è una sospensione dell’attività legislativa, occorre aggiornarla in quello che viene definito “sine day”. Il 23 dicembre 1913, il Senato non si era ancora aggiornato in “sine day”, quindi la seduta era tecnicamente in corso e secondo quanto riportato dagli atti, erano presenti “SOLO” tre senatori, che approvarono il Federeral Reserve Act con un consenso unanime in una votazione a chiamata (sarebbe bastata una sola persona contro e non sarebbe passata).
Ad oggi i tribunali degli Stati Uniti hanno più volte decretato che la Fed è una società per azioni privata e sebbene non faccia parte del Governo Federale, è in realtà più potente dello stesso e, a mio parere, più potente del Presidente, del Congresso e delle Corti di Giustizia.
Nel 1913 il Congresso ha dato in mano ad una banca centrale indipendente, denominata Federal Reserve, il monopolio sull’emissione della moneta degli Stati Uniti ed il debito generato da questa società interamente di proprietà privata è ciò che sta mettendo in ginocchio l’economia americana.
“Il potere di emissione dovrebbe essere sottratto alle banche e restituito al popolo, al quale giustamente appartiene” (Giulio Tremonti, ex ministro ed economista, persona che stimo molto, perché oltre a Beppe Grillo è l’unico che ha avuto il coraggio di dire nel passato la verità su come gira il mondo economico).
“Chi prende in prestito è schiavo di chi presta” (Larry Bates, economista).
BCE
La Banca Centrale Europea (BCE) è la banca centrale incaricata dell’attuazione della politica monetaria per i 17 paesi dell’Unione Europea che hanno aderito all’euro formando la cosiddetta “Zona Euro”.
In Italia la sovranità monetaria (il potere di chi stampa ed emette moneta) era fino a ieri della Banka d’Italia. Oggi la sovranità monetaria, è nelle mani della BCE con sede a Francoforte, per la quale, per inciso, è in costruzione la nuova sede con un costo previsto di 1,2 miliardi di Euro e tutto questo mentre Greci e Spagnoli infiammano le piazze per protestare contro i tagli e le riforme pesantissime imposte dall’Unione Europea.
L’Euro è una moneta a debito, infatti questa istituzione provvede ad emettere la nuova moneta addebitandola ai popoli europei secondo la stessa “filosofia” monetaria utilizzata fino ad oggi dalle banche centrali nazionali nei confronti dello stesso popolo, ed attuando il più sfrenato liberismo previsto nel trattato di Maastricht.
L’articolo 107 del trattato di Maastricht, sancisce che “nell’esercizio dei poteri e nell’assolvimento dei compiti e dei doveri loro attribuiti nel presente trattato dallo Statuto del SEBC, né la BCE, né una banca centrale nazionale, né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzione dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai governi degli Stati membri né da qualsiasi altro organismo”. In poche parole il Padrone d’Europa è il governatore della Banca Centrale.
Il denaro che noi utilizziamo non è dello stato, ma di Banka d’Italia/BCE!
Le quote di partecipazione alla Banka d’Italia sono per il 94,3% di proprietà di banche private ed assicurazioni!
Da tutto questo nasce la più grande Truffa e la più grande Usura del sistema monetario:
Il Signoraggio!!
Ufficialmente non esiste e pochi ne parlano, eppure è un qualcosa che sta facendo sprofondare l’intero pianeta nel debito (volutamente).
Il Signoraggio è la differenza tra il valore nominale della moneta ed il costo di produzione (tipografico) o più semplicemente è il prezzo che si paga alla tipografia (FED-BCE) per stampare il denaro!!
La moneta, come ogni bene, ha un suo costo di produzione: per le banconote la carta e gli inchiostri; per le monete di metallo le leghe.
Va anche ricordato per chi non lo sapesse, che nel 15 agosto 1971 (avevo un mese di vita) il presidente Nixon eliminò la convertibilità della moneta in oro, affossando per sempre gli accordi di Bretton Woods del 1944.
Quindi l’emissione di moneta da quarant’anni non ha più bisogno di un controvalore in metallo prezioso (oro,argento), ma solo di ‘numeri’ su carta.
In parole povere reputo la Fed e la Bce due vere e proprie TIPOGRAFIE!!
Esempio signoraggio:
Stampare un biglietto da 100 euro costa più o meno 1 centesimo di euro (tra carta ed inchiostri), più il lavoro effettuato che è circa un euro.
Va anche calcolato che al singolo Stato quella moneta costa ancor di più in virtù del “tasso di sconto” (il costo cioè del denaro tra Banca Centrale e banca locale) che oggi è dello 0.75 %.
Per cui una banconota da 100 euro, allo Stato costa la bellezza di circa 101,5!!!!
Lo Stato paga alla Banca Centrale l’affitto di questa moneta con Titoli di Stato e pertanto s’indebita in maniera spropositata e continuativa nei suoi confronti.
Lo Stato in definitiva monetizza il proprio debito e questo debito continuerà a crescere giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Chiaramente noi paghiamo questo debito, con le relative TASSE!!!
Per bloccare questo circolo vizioso basterebbe togliere alle banche il compenso nominale delle banconote, ma nessuno interviene (in Italia solo il Prof. Auriti ci provò, ed ottenne buoni risultati, ma dopo la sua morte tutto si fermò). C’è una legge in USA che consente al governo di stampare moneta, in due hanno provato a ripristinarla, Lincoln e Kennedy, e sappiamo bene che fine hanno fatto.
Quando un governo non riesce a far quadrare i conti, chiede un prestito alle Banche Centrali (BCE/FED) ed in cambio paga degli interessi, continuando ad alimentare la dipendenza dei governi.
E’ un meccanismo piramidale e ben strutturato, infatti gli interessi sono la base di tutto.
Lo si può vedere anche nelle banche in cui depositiamo i nostri risparmi dove è presente il meccanismo incredibile, della “Riserva Finanziaria”: le banche per legge possono prestare fino a dieci volte la somma in deposito, quindi creare soldi che non esistono (tranne che su carta e monitor).
Con calcolo e freddezza si assicurano che non ci siano mai neppure per sbaglio unità di scambio in circolazione, per poter poi ripagare prestiti e interesse super eclatanti!!
Questo è un fenomeno ben programmato dalle banche per schiavizzare e portare via risorse umane.
L’obiettivo finale sarà quello di arrivare alla moneta elettronica globale per il controllo (schiavitù) globale.
Tutto questo è ben GESTITO da una delle famiglie più potenti al mondo:
I ROTHSCHILD
E mi permetto di dire CHE TUTTO E’ BEN PIANIFICATO A PRIORI A TAVOLINO!!!
Con la privatizzazione della Sovranità Monetaria i politici sono diventati dipendenti dei banchieri.
La sovranità monetaria non è cedibile, e in questa circostanza il popolo si ritrova debitore di quella moneta di cui, invece, dovrebbe essere proprietario, poiché essa acquista valore solo perché i cittadini lo accettano come strumento di scambio o mezzo di pagamento, creando così valore monetario.
Il debito pubblico non è ripianabile, è in continua e costante crescita. Difatti si parla sempre di rifinanziamento e non di estinzione del debito (oltretutto sempre con l’acquisto di nuovi Titoli di Stato.)
Saremo sempre di più succubi e dipendenti, spogliati delle nostre ricchezze e trattati come schiavi.
I prossimi governi saranno costretti a mantenere la linea di austerity tracciata dalla bancocrazia Monti e con un Parlamento ormai organo dei mercati che dovrà sottostare a decisioni e regole già prescritte.

lunedì 27 gennaio 2014

Il cosiddetto “debito pubblico”: dalla truffa al terrore

Il cosiddetto “debito pubblico”: dalla truffa al terrore

214Quando in prima pagina non c’è il “fenomeno” Renzi, pompato all’inverosimile per rendercelo simpatico, ci si può trovare un altro tormentone del momento, la “lotta all’evasione”.
Notizia del giorno: “52 miliardi sottratti alle tasse”:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/daassociare/2014/01/23/-Gdf-400mila-controlli-scontrini-su-3-irregolare-_9948115.html
Sparati così, in prima pagina, 52 miliardi sembrano una cifra stratosferica, da sogno, alle orecchie dell’italiano medio che pedala tutto il giorno per la “pagnotta” non avendo mai tempo per pensare ad altro. Lo stesso “uomo della strada” infarcito  di “certezze” in materia economica e finanziaria, quanto mai stravaganti ed illogiche, propinategli dagli “esperti” che l’han convinto che “il problema” siano “la casta” e “gli evasori”.
Ma… a quanto ammonta il famoso “debito pubblico”, il quale – non lo si ricorderà mai abbastanza – è primariamente generato dall’indebitamento che lo Stato s’infligge (“legalmente”!) conl’emissione di “titoli del debito pubblico” (sui quali corrisponde un interesse da capogiro) in cambio della proverbiale carta straccia della BCE?
Bene, se non ve lo ricordate, ve lo ricordo io: abbiamo superato la fatidica soglia dei 2.000 miliardi!
Allora, cosa sono 52 miliardi in confronto a 2.000?
Sì dirà, beh, fanno brodo anche quelli (cioè, il 2,5%…). Ma se questo ragionamento fosse valido, perché allora lo Stato, così solerte nel controllare gli scontrini ed altre pinzillacchere come le mutande e i cioccolatini regalati da questo o quell’assessore, non ha preteso i 98 miliardi “sottratti alle casse dello Stato” da parte dei gestori delle slot machine, preferendo patteggiare con costoro (che notoriamente sono più che in ‘odor di mafia’) una cifra irrisoria?
La verità è che questo “debito pubblico” - come già abbiamo avuto modo di spiegare con dovizia di particolari - è destinato ad aumentare esponenzialmente, e questo lo sanno tutti, compresi Monti, Letta, Saccomanni e tutti gli altri paladini della “legalità” e fautori delle “privatizzazioni”. Che non si sognano nemmeno nell’anticamera del cervello di mettere in discussione il meccanismo di generazione del “debito pubblico” contratto – si badi bene – soprattutto coi “grandi investitori” (e non col pensionato che nasconde i Bot sopra lo scaldabagno, come faceva mio nonno). Che poi son gli stessi che, a quel punto, hanno il potere di far cadere un governo con la scusa dello “spread”.
Che bel giochino si sono inventati: una cappa di terrore vero e proprio, per non far fiatare nessuno, imporre a tutti la museruola e far rigare diritto, in ossequio ai diktat del potere dell’usura che divora i frutti del sudore della nostra fronte e, fondamentalmente, anche le nostre vite.
Già, quand’è che diranno che anche queste sono state “sottratte alle casse dello Stato”?

Fonte www.ariannaeditrice.it

TRATTO DA informarexresistere.fr

sabato 25 gennaio 2014

TERMINATOR



 Gli alimenti OGM ed i prodotti chimici a loro associati per l’agricoltura, sono pericolosi per il genere umano. Questa è la lapidaria conclusione a cui giungono alcuni scienziati di vari istituti di ricerca seri ed indipendenti. Le sementi modificate in particolare si indirizzano verso l’annichilimento delle capacità riproduttive umane. Una riflessione: in questi tempi ultimi, sono decine i  programmi a base culinaria, propinati in TV a vario titolo. Possibile che in nessuno di essi si faccia riferimento all’origine dei cibi, alla loro genuinità, alla loro qualità intrinseca? Si cucina e si mangia di tutto senza prestare attenzione al fatto che la materia prima sia biologica oppure no, che sia contaminata o meno o peggio manipolata dalle ferali ed oscure industrie delle biotecnologie deleterie.
 
Il messaggio che emerge è quindi quello di ingurgitare cibo senza posa, con chiarissima finalità oppiacea, senza fare attenzione all’origine dei prodotti utilizzati.
 
Una domanda di respiro ancora più largo verrebbe spontanea, osservando le operazioni di inquinamento dei mari di apparente genesi diversa che premono in contemporanea sul nostro pianeta: perdita d’Olio greggio nel Golfo del Messico, riversamento Radioattivo nel Pacifico e per ultima l’incredibile operazione di denaturazione delle armi chimiche siriane (?) che porterà probabilmente alla contaminazione definitiva del Mar Mediterraneo, già inficiato dagli affondamenti delle navi dei veleni al largo delle coste calabre ad opera di una malavita probabilmente attiva nelle vesti di braccio armato di poteri alti e forse vicini o coincidenti all’ufficialità.
 
Le basi biologiche terrestri sono evidentemente sotto attacco ed il continuum elettrochimico donatoci dall’insieme degli apparati di ricetrasmissione dati e dalle scie chimiche sono evidentemente un tassello essenziale dell’insieme. L’ibridazione orrifica della nostra biologia con apparati tecnologici rappresenterà l’unica via di fuga proposta nell’immediato futuro al fine di conservare una qual forma di vita ‘umana’ in una sorta però di animazione sospesa, di morte differita, di acuminato languore.
 
Se la crisi finanziaria è stata architettata e diretta per annichilire il possibile sollevamento delle masse contro l’imposizione reale di cupi scenari simili a quelli descritti dalla serie cinematograficaTerminator’, essa ha avuto successo. La  California, con il suo Presidente 'Terminator', è guarda caso la nazione più colpita da queste deleterie operazioni di rimodellazione. La ‘seduzione della macchina’ influisce a livello subliminale in una tensione mirata alla propria dissoluzione, ben fomentata dalle bassissime lusinghe dalla propaganda POP. Spegnere il sacro fuoco della vita umana sembra essere la conclusione desiderata dagli artefici del nulla. Ma nel passato a noi recente un altro gruppo di esseri anelava a tale obiettivo. L’occasione del diluvio universale per spazzare via il genere umano era un’occasione ghiotta da non perdere. Poi vennero guerre e carestie, pestilenze e siccità. Oggi piombano su di noi  droni (visibili ed invisibili) pronti a compiere il loro dovere: sostituire il genere umano con una  razza robotizzata muta ed obbediente verso una sostituzione futura forse ancora più estesa. Vi sembra difficile da accettare? Ma è nella vita di tutti i giorni che possiamo osservare l’asservimento a voleri superiori ed estranei dal genere umano. Ridotti in cubetti di latta fumanti, raggiungiamo il nostro posto di lavoro forzato per finalità che non ci appartengono, spendendo poi tutto il ricavato proprio per finanziare il sistema che ci tiene prigionieri. Niente male, nevvero?
 
Dobbiamo pagare per le mense OGM? Per il ferale  Wi-Fi anche nel cesso? Per una televisione pubblica assente e menzognera? Per strapagare i kapò fetenti che ci impongono scenari fatui e demenziali? Purtroppo si. Cerchiamo almeno di renderci il più possibile indipendenti dalle lusinghe delle tecnologie deleterie e di alimentare al minimo possibile la macchina della manipolazione  programmata. Essa si spegnerà, immagino io, quando ognuno di noi si renderà consapevole di quello che ci sta franando addosso, letteralmente e metaforicamente, e quando ci lasceremo guidare dalle nostre più profonde e pure pulsioni che la psicologia d’accatto ci ha lasciato immaginare solo come innominabili barbarie. Non siamo né il  Dr Jekill né Mister Hyde. Siamo qualcosa di più elevato e molto più complesso: una sublime unità perduta da ricostruire con pazienza ed amore.

Fonte: freeskies.over-blog.com 

sabato 18 gennaio 2014

IPad e McDonald per tutti, del resto, non preoccupatevi

 “Live fish swim against the stream, while dead ones float with it”. Non è solo colpa loro. Banchieri e politici non sono gli unici. Anche noi siamo colpevoli, colpevoli della […]



“Live fish swim against the stream, while dead ones float with it”.

 Non è solo colpa loro. Banchieri e politici non sono gli unici. Anche noi siamo colpevoli, colpevoli della nostra indifferenza, del nostro lasciar che le cose vadano come sono sempre andate, colpevoli della nostra insicurezza, della nostra paura, della nostra enorme, perenne passività, colpevoli della nostra sottomissione a re e regine, colpevoli e responsabili del nostro status di schiavi, mansueti spettatori della televisione, colpevoli d’avere un cervello e farcelo lavare ogni giorno.

 La crisi…  è colpa nostra. Politici e banchieri hanno avuto per anni, decenni, secoli, il gioco facile, ammaestrando ed addomesticando persone, città, popoli e nazioni, fino a renderci tutti la mandria di docili pecore che siamo oggi. Panem et circenses, Ipad e McDonald per tutti, del resto, non preoccupatevi, facciamo noi le politiche sociali, vi proteggiamo noi, vi insegniamo noi la storia, la geografia, l’economia e tutto quello che vogliamo che sappiate… e se vi comportate bene potete guadagnare un sacco di soldi e comprarvi la Bmw, i giocattoli e una bella casa prefabbricata all’Ikea.
La colpa è nostra, pecore!
Se volete che le cose vadano meglio, non aspettate che il politico di turno, l’ONU o qualsiasi altra organizzazione internazionale lo faccia per noi. E poi smettetela di investire, giocare in Borsa e aprire il conto in banca ai vostri figli.
Generazioni e generazioni di ribelli, rivoluzionari, guerriglieri a combattere contro un sistema che non andava e non va bene… s’è fatto qualcosa di più? No. Allora, quando cominceremo con la part-costruens? Quando cominceremo a fare ed edificare i pilastri della nuovo mondo? Quando smetteremo di scalciare e piangere come neonati e cominceremo a fare e costruire la nostra società, il nostro sistema tanto agognato, per cui ancora oggi ci limitiamo a scendere in piazza con cartelloni, pennarelli, fischietti e qualche molotov?
È ora di fare un ulteriore passo. È ora di crescere e smetterla di fare solo rivoluzioni, di partecipare a programmi televisivi con Santoro, dovete smetterla di sentirvi sollevati perché in Italia c’è gente come Travaglio o Grillo.
CONSUMISM
Fino ad oggi, abbiamo solo parlato e discusso su che cosa fa o ha fatto male questo o quel politico, questo quel banchiere. Sarebbe ora di fare qualcosa di più, di smetterla di leggere le cazzate che scrivono i giornali, di smetterla di lamentarsi, criticare e cercare un nuovo primo ministro che faccia andare le cose meglio… non è questa la strada, non serve nessun primo ministro. Avete capito? Comunque… non basta aver capito. È ora di fare di più.

Se vi sentite orgogliosi di scendere in piazza, scrivere sui muri, andare a tirare uova a Palazzo Madama o a scioperare, beh, è ora di fare di più.

Fatevi illuminare dal sole. Sorridete, riunite le forze, il mondo è di tutti e sappiamo bene quale sono le priorità. Facciamola finita con le ingiustizie, con la miseria, con i politici ed i banchieri, con la fame, con i soldi, con i lavori da schiavi.

Smettiamola e ricominciamo da capo. Questa volta, però, con coscienza e consapevoli dei nostri diritti e delle nostre responsabilità.

Siamo stati fin troppo pazienti. Conoscete il limite tra bontà, pazienza e stupidità? Ecco, siamo su quella soglia ed una buona parte della popolazione, purtroppo, si fa prendere in giro ogni giorno da anni ed anni ed anni.
BAMBINOSmettetela di sperare che Angela Merkel salvi l’Europa, Barack Obama porti pace e Coca Cola per tutti, il Papa accetti che scopare è sano e fondamentale,  che il Dalai Lama salvi il mondo, che le banche diventino etiche e non investano più di puttane, droga ed armi, che la crisi finisca grazie alle riforme di Mario Monti, che il gruppo Bilderberg e gli ideologisti nazi capiscano quanto malvagi e codardi siano.
Smettetela di sperare in tutto questo. Le cose cambiano se noi le cambiamo, nessun “rappresentante” o “funzionario” è più utile a questo mondo. Niente ONU, niente NATO, niente militari e niente sindacati, o siete ancora là, convinti che la NATO sia l’esercito dei buoni?

Inermi di fronte alla vostra stessa vita, forse siete sempre dermi là, a dire poveretti mentre i bambini dell’Africa cagano vermi e le mosche girano tutt’attorno.
Se qualcuno, uno solo, degli appartenenti al Gruppo Bilderberg, al Consiglio delle Relazioni Esteriori (CFR), alla Commissione Trilaterale, al Club di Roma, al Real Istituto di Relazioni Internazionali (Chatham House), al Consiglio delle Americhe, alle Nazioni Unite, all’OCSE od a qualsiasi altra organizzazione, avrebbe mai avuto interesse a fare qualcosa di buono per tutti e per costruire un mondo migliore, semplicemente l’avrebbe fatto e non avrebbe continuato a dirigere una guerra perpetua, non avrebbe ucciso e schiavizzato, non si sarebbe ingrassato tra una partita a golf e l’inaugurazione di una galleria di stronzate contemporanee a New York.
svegliatevi
Dobbiamo essere attivi e padroni della nostra vita, delle nostre città, delle nostre nazioni e del nostro mondo. Dobbiamo riversare impegno negli interessi comuni, che è la cosa più importante. Dobbiamo condividere, perché siamo un unico grande cervello, un unico grande cuore. Dobbiamo cominciamo a costruire.

Politici e banchieri lasciamoli soli. Lasciamoli soli. Un giorno, poi, ci chiederanno di poter giocare con noi, saranno loro i tristi, i depressi, i poveri,  i disillusi,… finalmente il sistema economico-finanziaro non esisterà più e la politica nemmeno, perché non avremo più bisogno di raccontarci bugie.
Dedico questo fiume di parole a tutti i giovani e vecchi che stanno morendo in questo preciso istante per difendere la libertà ed i propri diritti di uomini liberi. In tutto il mondo.

Matteo Vitiello 

Fonte:  www.buenobuonogood.com

venerdì 10 gennaio 2014

Intervista a Felice Giraudo, presidente di Assocanapa

imagesAssocanapa, nata nel 1998, è l’associazione italiana che si occupa della canapicoltura. Da sempre attiva per favorire e reintrodurre questa coltivazione nel mercato italiano, l’associazione ha sede a Carmagnola ed ha diverse sedi locali attive in tutta Italia. Abbiamo avuto il piacere di parlare con Felice Giraudo, il presidente (nella foto sotto), in merito al loro associazionismo e impegno.
Ciao Felice, voi di Assocanapa vi relazionate con tutti coloro che vogliono coltivare la canapa in Italia, parlaci del vostro lavoro.
Innanzitutto vorrei sottolineare che oggi la reintroduzione della coltivazione alla canapa dipende per il 99% da un problema economico e ad essere pessimisti da un 1% per l’aspetto legale, ma l’aspetto legale è del tutto insignificante a livello nazionale perché l’abbiamo risolto, non perché non ci fosse. Iniziare a coltivarla canapa non costa più che per coltivare il frumento o qualsiasi altra coltivazione. Il problema è che per coltivare canapa poi bisogna vendere il prodotto ad un primo trasformatore e di conseguenza il primo trasformatore poi deve vendere i prodotti semilavorati. Quindi è tutta una catena legata insieme da passaggi che hanno un aspetto economico, il nostro compito come associazione è di riportare la coltivazione della cannabis in Italia e bisogna sapere che negli anni 40 era di 100.000 ettari. Le difficoltà per riportare la coltivazione della canapa a quei livelli sono strettamente economiche. Ci sono 4 filoni principali dell’utilizzo della canapa: fibra tecnica (canapulo), filone del tessile, alimentare e farmacologico. Siamo impegnati prioritariamente sul primo punto ma stiamo seguendo anche gli altri.
Vuoi spiegare, per l’ennesima volta, la differenza tra canapa e marijuana?
Felice GiraudoPrima di tutto bisogna distinguere la cannabis sativa, che è quella che coltiviamo noi, e la cannabis indica, che è quella che ha una maggiore concentrazione di THC considerata illegale. Sono varietà diverse ma di una stessa specie, la differenza è nel contenuto di THC, nell’infiorescenza, nelle foglie. In Italia è vietata la coltivazione della cannabis indica e noi questo problema l’abbiamo risolto alla radice. Innanzitutto bisogna coltivare una delle varietà previste nell’elenco che tutti gli anni fa l’Unione Europea. Deve essere un seme certificato, ed inoltre è necessario fare una denuncia di avvenuta semina ad una delle forze dell’ordine più vicine al campo. E’ più lungo a dirsi che a farsi l’aspetto burocratico.
In questi anni di militanza avete notato un cambiamento di mentalità?
La situazione cambia rispetto alla quantità di ettari che vengono coltivati in una zona, in una regione, in una provincia. Più se ne coltiva meno problemi ci sono. Purtroppo c’è una certa ignoranza, soprattutto tra i giovani, sul fatto che oggi molti pensano che la canapa sia la marijuana (nome messicano della canapa), sia droga, e dimenticano che può avere anche usi industriali, alimentari e medicamentosi. Il cambiamento c’è stato rispetto a questo. Man mano che aumentiamo le coltivazioni tutti quanti si rendono conto che la canapa sarà il futuro del pianeta.
Quanta canapa si coltiva in Italia?
Quella che abbiamo coltivato l’anno scorso fa ridere, sono circa 200 ettari.
Quanta canapa si consuma in Italia?
In Italia oggi viene importato in modo particolare l’olio di semi di canapa, specialmente dal Canada.
Assocanapa vi impegna a tempo pieno o fate anche altri lavori?
AssocanapaPer il momento a livello di associazionismo è un discorso di volontariato, anche perché non ci sono entrate. E’ vero abbiamo altri lavori che trascuriamo, ahahah! Stiamo aumentando il numero delle persone quindi aumentano le ore a disposizione per interessarsi ai vari usi e consumi della canapa, che per fortuna stanno crescendo in modo esponenziale. Quest’anno secondo le nostre previsioni in Italia si coltiveranno circa 1.000 ettari di canapa. Anche in Sardegna stanno pensando alla semina. Per far si che si possa coltivare in grande la canapa dico in ogni regione, ma dovrei dire in ogni provincia, ci deve essere un impianto di prima lavorazione, di prima trasformazione, in modo da poter portare con i mezzi agricoli il prodotto al primo trasformatore. Altrimenti visto il basso peso specifico che hanno le balle di canapa raccolte in campo, il costo del trasporto incide enormemente in senso negativo sui risultati economici della coltivazione.
Che prospettive ci sono per lo sviluppo della canapa?
Attualmente abbiamo l’impianto in funzione, fatto con CNR e la regione Piemonte e abbiamo fatto un primo prototipo e adesso abbiamo in cantiere la riproduzione migliorata. Abbiamo parecchie trattative in corso una per la Puglia, l’Emilia-Romagna etc., per cui aumentando questi impianti automaticamente potranno aumentare le coltivazioni con dei risultati economici convenienti per l’agricoltore. E’ molto semplice coltivare la canapa, purché ci sia un ritorno economico. Abbiamo molte zone abbandonate, sia dal tabacco che dalla bietola, quindi ci sono molti terreni interessati a questa coltivazione.
Come vedete la situazione in Italia e come credete possa evolversi?
Nel 2014 sarà cambiata tutta la PAC. La Pac (politica agricola comunitaria) da i contributi agli agricoltori. Nell’ambito dell’unione europea sono previsti per il 2013, non sappiamo ancora per il 2014, dei piccoli contributi di 90€ alla tonnellata di fibra per i primi trasformatori. L’aspetto negativo è che arriveranno meno soldi di prima invece l’aspetto positivo, dal nostro punto di vista, è che sarà privilegiato tutto quanto si riferisce alla difesa dell’ambiente o al miglioramento dell’ambiente. La canapa in questo fa da padrona sia nella coltivazione dove non richiede irrigazione, pesticidi, concimi e sia nell’uso delle materie prime che vengono utilizzate per migliorare la salubrità domestica. Non si sa bene come vengano divisi, ma si sa che saranno privilegiate le coltivazioni che difendono l’ambiente. Per quanto riguarda l’alimentare siamo già partiti alla grande, mentre per l’aspetto tessile e farmacologico stiamo muovendo i primi passi.
A livello tessile ci saranno degli incrementi?
Oggi come oggi tessuto di canapa prodotto in Italia, per quanto di mia conoscenza, non esiste. Noi stiamo cercando di fare i primi passi, in modo particolare con il Biellese, con la filatura tipo laniero in modo tale che con il nostro impianto di sfibratura riusciamo a fare un prodotto, per il momento puramente a livello sperimentale. Siamo proprio all’inizio di questa sperimentazione e so che oggi in commercio ci sono parecchi tessuti di canapa ma non hanno niente a che vedere con l’Italia.
Da dove provengono?
Maggiormente dalla Cina e poi qualcos’altro dalla Romania. Fibra, filato e tessuti provengono generalmente dall’est, noi puntiamo ad avere un prodotto Made in Italy.
Lasciate un messaggio ai lettori di Dolce Vita.
Vivrete meglio consumando prodotti di canapa…



Autrice: Enrica Cappello
Pubblicato su Dolce Vita n° 45 – Marzo/Aprile 2013

Ecco la ricetta economica di Matteo Renzi

C’è un signore chiamato Davide Serra, questo signore è un giovane finanziere di successo che vive e lavora a Londra e ha fondato un fondo chiamato Algebris, se il nome vi suona familiare è perchè il buon Davide Serra è anche consigliere economico di Renzi e ne ha finanziato la campagna per le primarie.
Casualmente (oh ma tu guarda!) la Cassa di Risparmio di Firenze, ovvero la solita banca a guida politica che, siamo sicuri è totalmente indipendente (come no!) dall’influenza di Renzi, ha recentemente investito 10 milioni di euro nel fondo Algebris. (link)



Sia chiaro qui, su questo sito, non vogliamo in nessuna maniera insinuare che Matteo Renzi si sia fatto finanziare la campagna elettorale con un giro di soldi provenienti dalle decisioni di una banca a controllo pubblico. Non ci permetteremmo mai (e guai a voi se lo pensate). Figuriamoci se il “nuovo” Matteo Renzi possa mai operare come faceva il “vecchio” PIDDI’ col Monte dei Paschi.
Comunque Davide Serra è accreditato per essere un punta di diamante del think tank del Matteo nazionale e spesso fa capolino sui nostri talk show.
Recentemente il Sole 24 Ore lo ha intervistato appunto sulla RICETTA economica per salvare l’Italia (articolo tratto da Scenari Economici):
Davvero impressionante sentire Davide Serra, il finanziere amico di Renzi. Si notano 2 cose: quel che dice, e’ ripetuto da Renzi alla lettera. Qui trovate l’articolo del Sole 24 Ore a riguardo: riportiamo gli stralci piu’ significativi.
AUMENTO ALIQUOTA RENDITE FINANZIARIE DAL 20% AL 30%
Tra le più importanti misure proposte da Serra per salvare l’Italia c’è l’aumento delle tasse sulle rendite finanziarie, e non di poco, addirittura di dieci punti percentuali, dal 20 al 30 per cento. Una cosa di sinistra. Serra propone di trovare un punto di Pil, circa 10 miliardi di euro, dai profitti sulle attività finanziarie, cioè proprio sul suo business.
RIDUZIONE TASSAZIONE SU IMPRESE E LAVORATORI
Il maggiore gettito per le casse dello Stato andrebbe a compensare, secondo Serra, una riduzione del 10 per cento delle tasse sulle imprese, per renderle competitive rispetto alle equivalenti europee, e delle imposte sui lavoratori.
APPLICARE IL FISCAL COMPACT E TROVARE 50 MILIARDI
Dobbiamo trovare 50 miliardi di euro l’anno per dieci anni, come dice il Fiscal compact che abbiamo firmato. Del resto quando un’azienda è sovraindebitata, non devi far altro che aggiustare la struttura del debito. Sono dolori, ma l’alternativa è saltare in aria. Il saldo degli aumenti e delle riduzioni non fa zero, per cui resterebbero da recuperare altri 10 o 15 miliardi di euro con precise misure anti evasione (che vedremo subito) e con la riduzione degli sprechi pubblici attraverso il metodo della Consip sui costi standard dell’amministrazione pubblica.
FARE PRESTO….
Sono dolori, ma l’alternativa è saltare in aria. Abbiamo il terzo debito del mondo, l’ottavo Pil che va verso il decimo, la terza disoccupazione giovanile e siamo 49esimi in competitività. Ogni anno perdiamo giri: o si prendono le decisioni o si salta.
SPOSTARE L’INDEBITAMENTO DAL PUBBLICO AL PRIVATO
Il primo problema è il debito sbilanciato: troppo debito pubblico, poco privato e poco delle aziende. Questo blocca la crescita.
TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA
Il settore pubblico è la metà del nostro Pil, e non è il miglior operatore, anche a causa della corruzione congenita del nostro sistema. Prendiamo i numeri: abbiamo 2.000 miliardi di debito e un prodotto interno lordo di 1.600 miliardi, 850 dei quali sono spesa pubblica: pensioni, sanità, spesa corrente e interessi sul debito. Lo spread va abbattuto perché non incide soltanto sui 80 miliardi di interessi che paghiamo sul debito, ma anche sul costo del denaro che le banche prestano ai privati e alle aziende. C’è una sola soluzione: tagliare la spesa pubblica e riqualificarla togliendo sprechi e allocando correttamente le risorse, anche per migliorare i servizi.
LOTTA ALL’EVASIONE ELIMINANDO LE DEDUZIONI ED ABOLENDO IL CONTANTE
C’è da recuperare denaro dall’evasione, una delle cause del debito, e c’è da semplificare il sistema tributario che è una cosa da pazzi. Quando in Inghilterra faccio la dichiarazione, il mese dopo mi dicono quanto gli devo, e non ci sono deducibilità. Semplice. Le deducibilità sono fatte per comprare voti. Ci vuole una semplificazione totale. Siamo primi nell’economia sommersa: l’ultimo dato è del 21,5 per cento. Fino a qualche anno fa in Corea del Sud era al 20 per cento, ma il Fondo monetario ha imposto l’uso delle carte e in poco tempo l’evasione si è ridotta al 5 per cento. Da noi abolirei il contante e per i controlli farei incrociare le dichiarazioni dei redditi e il flusso di cassa a un operatore non italiano, a Google o al software usato dallo Stato francese. Altra cosa: ilavoratori autonomi sono il 32 per cento, ma valgono soltanto l’8 per cento delle entrate fiscali: 13 miliardi sui 165 del gettito da lavoro. I non dipendenti dovrebbero pagare una cinquantina di miliardi in più, una cifra intorno al 3 per cento del Pil. Senza questa evasione ventennale avremmo un rapporto debito-Pil del 60 per cento invece che del 130. E a noi basta arrivare al 100.
RIDURRE I DIRIGENTI NEL PUBBLICO IMPIEGO
Torniamo ai dati: abbiamo meno dipendenti pubblici dei nostri partner, ma li paghiamo di più, non nella parte bassa, ma in quella alta. Gli altri spendono il 13 per cento in meno rispetto a noi. L’impatto è devastante: uccidiamo la competitività, diventiamo deboli nei settori innovativi, ammazziamo le imprese e aumenta la corruzione.
TAGLI ALLE SPESE PUBBLICHE PER 30 MILIARDI COI COSTI STANDARD
Va dunque tagliata la spesa del 20 per cento, per un risparmio pari al 2 per cento del Pil. Come si fa? Tagliando i costi della politica, intanto: via il Senato, via le Province. E tutto il resto a costo standard, come prova a fare la Consip: cioè si prende l’esempio più virtuoso della Pubblica amministrazione ed entro tre anni tutti si devono adeguare. Nessuna scusa. 
PENSIONI: CONTRIBUTIVO PER TUTTI
C’è una profonda ingiustizia tra chi è andato in pensione col sistema retributivo e chi ci andrà col contributivo. Nella gran parte dei casi i primi prendono più soldi di quanti ne hanno versati. Va fatta una revisione caso per caso o categoria per categoria, applicando a tutti lo standard contributivo. Se c’è chi prende 20 o 30 per cento in più di quanto ha contribuito magari glielo si lascia, così come a chi sta sotto certe fasce, ma se c’è chi prende una pensione superiore di 3 o 4 volte rispetto a quello che ha versato, be’, mi dispiace, si applica il contributivo. Che questa cosa non sia discussa è incredibile. Sono certo che ci sarà anche chi ha versato di più con il retributivo, ma questo dimostra l’illogicità del sistema. Nel 1983 si andava in pensione, in media, a 55 anni. Nel 2050 si andrà in pensione 15 anni dopo e si prenderà il 20 per cento in meno. Questo è un furto intergenerazionale, non diritti acquisiti.
PRIVATIZZAZIONI PER 120 MILIARDI
Vanno anche ceduti immobili per 70-80 miliardi e partecipazioni per 40 miliardi.
SINTESI FINALE
3 o 4 punti di Pil dall’evasione, altri 2 punti dal costo eccessivo della spesa pubblica, poi 4 punti e mezzo dalle pensioni. Abbiamo 10 punti di Pil ingiustificato aggredibile, il Fiscal compact ce ne impone due, due all’anno, in modo strutturale. Non è una missione impossibile. È realizzabile, matematicamente».
Ecco qui signori.
A voi il commento….
Keep Calm and Move to Me
FunnyKing
Fonte: http://www.rischiocalcolato.it/

martedì 7 gennaio 2014

10 cose che si possono e non si possono fare in Colorado con la marijuana

Coloradoan's Celebrate 4/20 With Marijuana Smokeout

Dalle 8 di mattina del primo gennaio nello stato americano del Colorado è legale comprare marijuana nei negozi autorizzati. Centinaia di persone hanno voluto andare sul sicuro, senza rischiare di arrivare a scorte finite: con parecchia pazienza sono rimasti in fila per molte ore in diverse città del Colorado, in particolare a Denver, in attesa del loro turno. Le forme di legalizzazione della marijuana in Colorado sono molto particolari e nuove, non solo negli Stati Uniti ma anche in tutto il mondo. Per capire cosa si può fare e cosa no – per esempio, gli stranieri possono comprare la marijuana? Quanta se ne può comprare? Dove si può fumare? – il quotidiano britannico Telegraph ha messo insieme 10 domande e 10 risposte in una specie di “guida pratica” all’acquisto e al consumo della marijuana in Colorado (una guida più lunga e completa si può trovare sul sito thecannabist.co, del Denver Post).

1
Si può comprare la marijuana per fini “ricreativi” se si hanno almeno 21 anni. I residenti del Colorado possono acquistare fino a un oncia alla volta (circa 28 grammi), mentre per gli stranieri e gli americani di altri stati il limite massimo per ogni acquisto è di un quarto di oncia (circa 7 grammi). È permesso coltivare un massimo di 6 piante di marijuana a casa propria (con alcune differenze tra città e città), a condizione che si trovino in uno spazio chiuso.

2
Si può acquistare più volte la marijuana nello stesso giorno, purché per ogni acquisto non si superi l’oncia. Chi volesse comprarsi un’oncia al mattino, fumarsela tutta, e farsi un altro giro al pomeriggio, può farlo: auguri.

3
Si può comprare marijuana in diverse forme: i negozi che hanno ottenuto la licenza possono vendere fiori di marijuana (cioè la forma più comune in cui viene normalmente acquistata), gli spinelli pre-rollati e ogni tipo di accessorio per il suo consumo. Attenzione però: alcune città del Colorado hanno scelto di non autorizzare l’apertura di negozi che vendono marijuana (possono farlo, è successo a Colorado Springs).

4
Si può comprare marijuana di fatto più facilmente che ad Amsterdam, dove la droga è ancora tecnicamente illegale (anche se di fatto tollerata) e alcune leggi contro il possesso di droga sono piuttosto rigide e restrittive.

5
Si può fumare negli hotel, almeno in quelli che decidono di adibire parte delle stanze a “zona marijuana”. L’importante è non farsi vedere dall’esterno: quindi vietato fumare sui terrazzini.

6
Non si può andare in giro fumando marijuana. La legge dice esplicitamente che non si può fumare “apertamente e pubblicamente”. Niente marijuana nei ristoranti, né sui marciapiedi o in auto. In pratica quasi solo a casa propria.

7
Non si può pagare la marijuana con carta di credito: le leggi bancarie statunitensi proibiscono di usare carte elettroniche per l’acquisto di droga. Per ora, quindi, si paga solo in contanti.

8
Non si può sapere se le cose in futuro in Colorado resteranno così. Mentre il possesso di marijuana è legale per la legge del Colorado, rimane illegale per la legge federale statunitense. Per ora il governo federale ha fatto sapere di non volersi opporre alle nuove norme del Colorado, dando delle indicazioni di massima racchiuse in 8 punti. Ma in futuro le cose potrebbero cambiare, specialmente se la nuova legge non desse risultati soddisfacenti sul fronte della lotta al narcotraffico (o, al contrario, se ne desse di particolarmente positivi).

9
Non si può comprare marijuana 24 ore su 24. I negozi non aprono prima delle 8 di mattina e devono chiudere prima di mezzanotte.

10
Non si può portare la marijuana fuori dal Colorado, imbarcarla in aereo o comprarla in Colorado e spedirsela a casa.


Fonte: http://www.ilpost.it

lunedì 6 gennaio 2014

Lo strano gioco delle "Carte degli Illuminati"




Qui sopra una immagine della stazione HAARP a Gakona (Alaska) considerata da molti (persino dal presidente del Venezuela Chavez, che non è per questo un nostro beniamino) responsabile dell'innesco di terremoti artificiali e causa di alterazioni climatiche e meteorologiche attraverso l'emanazione di intensissimi fasci di radiazioni elettromagnetiche.




E adesso guardate questa carta del gioco degli Illuminati (Illuminati card game) dal titolo Earthquake Projector (letteralmente "Proiettore di terremoti"), con raffigurato in basso un apparecchio per generare terremoti.




Altra carta del medesimo gioco è Nuclear Accident, ovvero Incidente Nucleare. Ogni riferimento alla tragica fuoriuscita di materiale radioattivo dalla centrale di Fukushima in seguito al devastante terremoto a qualcuno potrebbe anche sembrare puramente casuale.



Del resto nel mazzo delle carte troviamo anche Earthquake, ovvero Terremoto.




Ed anche Combined Disaster, ovvero Disastri Combinati. Notiamo pure che in tale carta compare un torre molto simile, se non identica, a quella della Wako clock tower di Tokyo, quartiere di Ginza (però sappiamo bene che il sisma, almeno questa volta, non ha colpito Tokyo né ha fatto crollare la torre, però potrebbe essere un riferimento ad un terremoto in Giappone ... quello recente del marzo 2011 o un'altro futuro? Da notare in ogni caso l'orario segnato dall'orologio, ovvero 11 e 11 minuti, allusione al terremoto in Giappone dell'11 marzo 2011? O all'11 come segnale caratteristico usato dall'élite per firmare i suoi atti scellerati?).



Fra le carte del mazzo ce n'è una dedicata specificamente al Giappone, però non sembra legata al terremoto, ma piuttosto al ruolo del paese orientale nella produzione e nella tecnologia dei computer.

Molto più interessante è invece una carta denominata ATOMIC MONSTER, che ad un primo sguardo sembra solo riferiris a Godzilla, però se guardiamo bene ... innanzitutto il film Godzilla ha radici in Giappone (Godzilla è un mostro simbolo del cinema fantastico giapponese), e poi nella carta si fa esplicito riferimento alle centrali nucleari, ed alla distruzione di località costiere, ad un attacco che è particolarmente intenso se effettuato contro il Giappone o la California. 
Da notare che il film Godzilla lega gli USA dove è stato ambientato il remake del film, al Giappone, ove era ambientato l'originale: dobbiamo temere un prossimo terremoto artificiale in California? Temo proprio di sì, anche perchè l'instabilità tettonica di quella zona è così alta che basta poco per scatenare artificialmente un disastro senza precedenti, ma è da notare anche la similitudine della nube radioattiva di questi giorni che dal pacifico va verso gli USA, col percorso di Godzilla che, originatosi da un esperimento nucleare nel Pacifico del Sud si dirige verso gli Stati Uniti finendo a New York.



E non dimentichiamoci che nel mazzo di carte c'è la carta Oil spill, ovvero fuoriuscita di petrolio, che ricorda un po' troppo quanto successo di recente nel golfo del Messico. Notare la somiglianza con l'immagine presa a simbolo del disastro del Golfo del Messico nell'aprile del 2010.




 Nel mazzo di carte di questo "strano" gioco troviamo anche le carte crisi energetica (che stiamo iniziando a sperimentare con la guerra in Libia e le rivolte nel mondo arabo?).

Ad ogni buon conto c'è anche la carta della rivoluzione, che sembra adombrare proprio tali rivolte fasulle, artefatte.




.Semiconscious Liberation Army e Martial Law - La prima potrebbe riferirsi alle organizzazioni di lotta armata degli anni di piombo, allo estremismo religioso o ad alcuni gruppi armati indipendentisti tuttora esistenti. Tuttavia il malcontento sociale è in netta crescita in mezzo mondo, e la passività della politica sembra sottintendere che la 'rivolta' possa essere avallata e perfino istigata dai burattinai. Se scoppiasse il caos sociale in occidente verrebbe immediatamente istituita la legge marziale, ed introdotte nuove e più drastiche limitazioni delle libertà individuali, come sempre 'giustificate' dagli eventi.






Antitrust Legislation - Qui addirittura viene prospettata la fine del liberismo e la instaurazione di un regime economico dai connotati 'sovietici'. Si era in piena guerra fredda, dunque anche in questo caso non è che ci volesse un genio per ideare una simile situazione. Più strano è dover prendere atto che ciò che ai tempi della uscita del gioco, agli albori della presidenza Reagan, poteva sembrare pura fantascienza, sta oggi lentamente trasformandosi in realtà. Allo accentramento politico degli ultimi anni sta infatti facendo da contrappunto quello economico. Accorpamenti, scalate e acquisizioni stanno trasformando il libero mercato in un cartello di poche mega-corporazioni onnicomprensive, che magari un giorno si fonderanno per diventare un unico ente.









Poi abbiamo la manipolazione mentale con la televisione (che incanta non solo per la demenzialità dei programmi, ma anche tramite l'uso di particolari frequenze che manipolano la mente?), l'uso del fluoro per scopi di manipolazione mentale.







La carta Messia sembra possa alludere al progetto Blue Beam, ovvero all'apparizione del falso Messia, magari tramite ologrammi o altri ritrovati tecnologici che sarebbe possibile utilizzare grazie ad un cielo saturo di particolato rilasciato dalle scie chimiche.




L'impatto di una meteora è uno degli eventi catastrofici più paventati sia dalla scienza ortodossa che da quella non convenzionale. Si tratta di una situazione facilmente simulabile con il supporto dei media e della tecnologia, dunque passibile di mistificazione.



 

Al momento non esiste una carta che descriva un solenne primo incontro ufficiale tra umanità ed alieni. Abbiamo però queste carte:

Ed agli aerei che modificano il tempo meteorologico (scie chimiche?) è dedicata un'apposita carta.

Poteva mancare una carta sulle false pandemie (ricordate l'influenza suina ed i relativo tossico vaccino)?




E poi abbiamo le due carte più precise nella loro apparente previsione di eventi futuri, quelle relative all'11 settembre del 2001: l'attacco al pentagono e la caduta delle torri del World Trade Center. Da notare che il gioco di carte in questione fu realizzato molti anni prima di quegli avvenimenti, ovvero negli anni '80 del secolo scorso, come conferma persino il sito wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Illuminati_%28game%29), che taccia di paranoia coloro che parlano di cospirazioni, e come potete trovare scritto nella pagina ufficiale del gioco che riporta la data del 1987 per la realizzazione della versione deluxe del gioco.






Ma come mai questa ultima carta ha come titolo "Terrorist Nuke" ovvero attacco terroristico nucleare? Forse perché l'uso di mini congegni nucleari potrebbe spiegare i casi di leucemia (tipica malattia da radiazioni) tra il personale che ha prestato soccorso a Ground Zero, ed anche il fatto che Ground Zero significhi in inglese il punto di detonazione di un ordigno nucleare. A tal proposito consiglio la lettura dell'articolo 11 settembre la terza verità.

Insomma, sono davvero tutte coincidenze casuali? Difficile pensarlo, anche perchè se guardiamo tutte le carte possiamo osservare molte altre rivelazioni. Ad ogni modo se volete guardarvi tutte le carte del gioco potete seguire il seguente link: buona visione.


Fonti: http://scienzamarcia.blogspot.it ; http://www.anticorpi.info